Si lancia da una finestra dell'ospedale. Il padre: "Non credo al suicidio"

Un ragazzo di 21 anni, paziente psichiatrico, si è buttato dal secondo piano da una finestra di 20 centimetri del Maggiore di Bologna. Ma gli eventi non convincono i genitori si interrogano su cosa sia successo davvero quella notte

Si lancia da una finestra dell'ospedale. Il padre: "Non credo al suicidio"

È ancora incredulo Davide Riberti, avvocato civilista di Ferrara. Suo figlio Leonardo, 21 anni, non c'è più. Secondo i medici il ragazzo si è lanciato dal secondo piano dell'ospedale Maggiore di Bologna, dopo un intervento, ed è morto per le ferite riportate dallo schianto. Il giovane era un paziente psichiatrico che aveva bisogno di assistenza a causa della sua fragilità. Appresa la notizia per i suoi genitori le emozioni sono state contrastanti, dal dolore alla rabbia. Com'è successo? E soprattutto perché?

Un intervento riuscito poi il buio

Venerdì 17 giugno il giovane dice di avere allucinazioni. Non era la prima volta, già tempo prima era stato ricoverato in psichiatria. Il padre lo porta al pronto soccorso dell'ospedale ferrarese di Cona, dove viene ricoverato. La mattina del 20 giugno, Leonardo decide di passare il tempo con un gioco da tavolo, ma accidentalmente ingoia una pedina che si incastrata nell'esofago. Deve essere operato d'urgenza, quindi viene trasportato al Maggiore.

I medici si chiudono in sala operatoria con il ragazzo, quando escono dichiarano che l'intervento è riuscito perfettamente e che adesso ha bisogno di riposare. Il 21enne viene portato nella sua camera, dorme sotto anestesia. I genitori tornano a casa. La mattina dopo, intorno alle 8, rispondono a una chiamata dall'ospedale: Leonardo è morto gettandosi da una delle finestre.

Davide Riberti, il padre, non ha voluto credere alla pista del suicidio: "Voglio sapere cosa è successo, voglio che mi dicano con chiarezza perché a mezzanotte, dopo l’intervento perfettamente riuscito, mio figlio dormiva sereno mentre alle 8 apprendo della tragedia. Voglio sapere tutto di quella notte maledetta". Il figlio era pieno di vita, aveva tante passioni come la cucina e lo sport, togliersi la vita in quel modo "non ha senso", spiega Riberti.

Inoltre sono molti i punti poco chiari in questa vicenda: per esempio il fatto che Leonardo, paziente psichiatrico, era scappato la prima volta verso le 2 di notte e poi alle 4 si sarebbe gettato dalla finestra. Ma non una normale finestra. La fessura è larga appena 20 centimetri, Leonardo era alto quasi due metri e pesava circa 90 chili.

Il padre denuncia la struttura per omicidio colposo e abbandono di persona incapace:"Non mi hanno mai mostrato il luogo in cui è caduto. Perché?". Inoltre, dopo che il pm aveva rigettato la richiesta presentata dalla famiglia per procedere con l'autopsia, i genitori del 21enne hanno chiesto a un consulente privato di fare l'ispezione cadaverica. È venuto fuori che nel corpo del giovane erano presenti segni di strisciamento, come se si volesse salvare dalla caduta aggrappandosi al muro.

"Perché Leonardo non è stato sorvegliato dopo il primo tentativo di fuga?".

"Come si può chiamare un padre solo alle 8 del mattino?". L'ultima speranza di ottenere giustizia risiede nelle immagini di video sorveglianza che potrebbero aver catturato gli ultimi momenti di Leonardo ancora in vita.

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