Il sindaco Pd cancella piazza Almirante

Accade nel Salernitano. Al posto dell'ex segretario Msi l'intitolazione a Vittoria Titomanlio, deputata Dc che sostenne la battaglia di Scalfaro alle donne "scollate"

Il sindaco Pd cancella piazza Almirante

Il sindaco Pd “cancella” piazza Almirante e sceglie di dedicarla Vittoria Titomanlio ex deputata diccì che prese le parti di Oscar Luigi Scalfaro quando questi, nel 1950, insolentì al ristorante una donna (nota missina) colpevole di indossare un vestito senza spalline suscitando l’ira del padre della stessa (che lo sfidò a duello) e poi del grande Totò.

La notizia arriva da Montecorvino Pugliano, piccolo centro in provincia di Salerno. Nei giorni scorsi la giunta, guidata dal sindaco dem Gianfranco Lamberti ha deciso di “revocare” l’intitolazione ad Almirante puntando sulla Titomanlio motivando, con un post su Facebook, la sua decisione di rendere omaggio a una “madre costituente”. Il primo cittadino ha scritto: “Un riconoscimento ad una donna del sud, impegnata per tutta la sua vita con i suoi ideali e con la sua cultura, per costruire una Italia moderna e democratica, Vittoria Titomanlio. Una madre costituente di grandissima attualità nell'Italia che si confronta sulla Costituzione, senza intaccarne i suoi valori fondanti”.

Immediatamente la polemica s’è fatta politica e le reazioni alla decisione della giunta non si sono fatte attendere. Anche perché la piazza in questione, su cui è installato un busto in memoria di Almirante, è stata inaugurata appena tre anni fa dalla precedente amministrazione comunale. Di colore opposto a quella che oggi regge le sorti del comune salernitano.

Fratelli d’Italia ha preso immediatamente posizione sulla vicenda: “Con questo metodo in Italia dovremmo cambiare la toponomastica di tutti i paesi ogni cinque anni. Facciamo notare che Vittoria Titomanlio figura rispettabilissima, ma francamente un'illustra sconosciuta Gli accanimenti ideologici sono figli della pochezza della sinistra che da sempre la contraddistingue”.

La Titomanlio è stata parlamentare della Democrazia Cristiana eletta nel collegio di Napoli. Assurse agli onori della ribalta quando si trovò, insieme a Oscar Luigi Scalfaro e al collega Sampietro al ristorante “Da Chiarina” a Roma dove il futuro presidente della Repubblica si scontrò con la signora Edith Mingoni in Toussan “rea” di indossare un vestitino che ne lasciava nude le spalle e, forse, di essere una nota militante missina. Era il luglio del 1950. Quell’alterco fece epoca e il padre (e poi il marito) della Toussan arrivò a sfidare a duello lo stesso Scalfaro che declinò l’invito motivandolo con la fede cristiana. Motivazione, questa, che fece arrabbiare moltissimo il principe Antonio de Curtis che lo sfidò, a sua volta, con una lettera aperta in cui lo richiamò solennemente ai d

608px;">overi di quella fede da lui posta come impedimento al duello: "Il sentimento cristiano, prima di essere da lei invocato per sottrarsi ai doveri patrimonio comune di tutti i gentiluomini, avrebbe dovuto impedire a lei e ai suoi amici di fare apprezzamenti in un pubblico locale su una donna rispettabilissima".

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