"Sintomi diversi, non sappiamo che variante sia". Il caso che fa discutere i medici

Alcuni medici del Lazio sono alle prese con pazienti che presentano sintomi diversi dalla classica variante Omicron: ecco di cosa si potrebbe trattare

"Sintomi diversi, non sappiamo che variante sia". Il caso che fa discutere i medici

Se è vero che la nuova sottovariante scoperta nel Regno Unito, chiamata Xe, inizia a circolare ma senza destare particolari preoccupazioni perché frutto della ricombinazione tra Omicron 1 e Omicron 2, motivo per il quale ha la stessa contagiosità e scarsa pericolosità nei vaccinati, a far suonare un piccolo campanello d'allarme sono alcuni sintomi diversi dall'attuale variante e che fanno pensare a una sorta di "ritorno al passato". Vertigini e la mancanza di odori e sapori sono propri della variante Delta, ed è quello che alcuni medici del Lazio stanno osservando in alcuni pazienti contagiati addirittura per la terza volta.

"Non è Omicron"

Il dott. Marco Trifogli, medico di famiglia di Colleferro, in provincia di Roma, ha affermato a Repubblica che da alcuni giorni riceve pazienti "con sintomi che non sono assolutamente quelli tipici di Omicron" tra cui, come accennato, la mancanza di gusto e olfatto. Ecco perché ipotizza che ci sia "un ritorno di Delta". Non solo, ma si trovano anche nuovi sintomi, come le vertigini, mai associate prima d'ora a nessun'altra variante del Covid-19. "Inoltre sono arrivati i primi casi di tripla infezione su persone che hanno ricevuto tutte e tre le dosi di vaccino", sottolinea Trifogli. I numeri sono piccoli, non destano alcuna preoccupazione perché la sintomatologia è blanda ma si stanno verificando.

"C'è anche Alfa..."

L'epidemiologo del Campus Bio-Medico di Roma, il prof. Massimo Ciccozzi, afferma al quotidiano che è un errore pensare che "ormai circoli solo Omicron. Se così fosse, sarebbe impossibile spiegare il perché delle morti che si continuano a registrare, dato che Omicron provoca sintomi lievi". Uno studio appena pubblicato ha messo in luce come un pazoente sia stato colpito addirittura dalla variante Alfa, predominante ormai un anno fa. "Sì, proprio la 'vecchia' Alfa, ovvero la variante inglese, dietro alla seconda ondata che tra la fine del 2020 e l'inizio del 2021 ha messo a dura prova la tenuta del sistema sanitario", afferma l'epidemiologo.

Perché Xe non fa paura

In attesa che vengano dimostrate queste ipotesi su Delta e Alfa, Ciccozzi spiega che non c'è nulla da temere sulla variante ricombinante Xe, scoperta in Regno Unito dove è stata sequenziata su 600 tamponi ma adesso individuata anche in Francia e Danmiarca. Allo Spallanzani, ad esempio, "non è ancora stata sequenziata" ma, anche se dovesse diffondersi, le preoccupazioni sarebbero minime perché è come fosse un "doppione" di Omicron: contagiosa si, ma più simile ad un'influenza nei vaccinati con le tre dosi. Lo predica da due anni ma l'italia è ancora indietro: Ciccozzi se la prende con gli scarsi sequenziamenti del virus per poter anticipare le sue mosse e adottare le giuste contromisure. "Richiedere il sequenziamento per un tampone è praticamente impossibile - afferma Trifogli - ho provato diverse volte a fare richiesta di un controllo approfondito al Servizio igiene e sanità pubblica della Asl, ma non ho mai ricevuto risposta".

Ecco perchè le "anomalie", come quelle appena ipotizzate dai due esperti, rimangono soltanto delle ipotesi: c'è davvero un ritorno di Alfa

e Delta? O si tratta di un nuovo ceppo? Al momento, nessuno lo sa. Di sicuro, però, la pandemia è totalmente diversa rispetto al passato: ecco perché sarebbe inutile e dannoso farsi prendere da ansia e psicosi immotivate.

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