Quasi 400 chili di cocaina sequestrati, sette misure restrittive, un fermo per due indagati e un ordine di arresto internazionale per altri cinque soggetti, per il reato di traffico internazionale di stupefacenti. È questo il risultato raggiunto dalla guardia di finanza di Catania nell’ambito di un’importante operazione svolta in collaborazione della direzione centrale per i servizi antidroga e del servizio centrale investigazione criminalità organizzata.
Tutti e sette i destinatari delle misure restrittive sono i membri di un’associazione internazionale finalizzata all'importazione e al traffico di cocaina con quattro città di riferimento: Italia, Spagna, Messico e Colombia. Sono state fermate due persone in Italia ed eseguiti, in Spagna, due dei cinque arresti internazionali. Tre persone risultano ancora irreperibili. La droga, oggetto di una consegna controllata da Bogotà fino a Catania è stata sequestrata previa richiesta di rogatoria della procura di Catania a quella della Colombia.
I delinquenti sottoposti alle misure restrittive, si occupavano di trasportare la grande quantità di droga prodotta nella regione del Cauca(Colombia) in Italia, per poi rivenderla su tutto il territorio europeo sulla base del cartello messicano di Sinaloa. Tra i soggetti fermati, ve ne sono due del Guatemala: Daniel Esteban Ortega Ubeda, detto "Tito", di35 anni e, Felix Ruben Villagran Lopez, noto come "Felix", di 48 anni. Secondo le ricostruzioni degli investigatori, Tito e Felix, sono diretta emanazione del cartello messicano e sono stati chiamati ad eseguire nella Nazione italiana gli ordini impartiti da una figura di vertice dell'organizzazione criminale estera, ovvero il messicano Jose Angel Rivera Zazueta, chiamato "El Flaco", 33enne.
“Anche lui-dicono gli inquirenti- è tra i destinatari del mandato d'arresto europeo, ma dell'uomo non vi sono tracce in Europa né in Italia dove, sono stati raccolti elementi di prova che documentano l'organizzazione e la presenza a più incontri finalizzati a definire l'importazione di rilevantissime partite di cocaina definendo, nei dettagli, le modalità d'ingresso e di smistamento dello stupefacente”. Il lavoro sinergico con le forze dell’ordine di Catania con quelle del territorio messicano ha permesso di ricostruire l’intera catena di fornitura della cocaina che avveniva secondo quanto stabilito dal cartello sia per l’arrivo che per lo smistamento.
A Bogotà, i narcos messicani avvalendosi di due corrieri del Guatemala, avevano diviso in tre fasi il carico dei quasi 400 chili di cocaina, che dovevano essere convogliati a Catania. Contestualmente, l'autorità giudiziaria colombiana, come da accordi con gli uomini della guardia di finanza italiana, ha disposto una "consegna controllata" dello stupefacente che, con un volo merci è giunto a Catania giorno 11 gennaio scorso.
Assieme alla droga, nel Capoluogo etneo arrivavano anche Tito e Felix, i quali, in collegamento con il Flaco, organizzavano l’avvio di consegne prova dello stupefacente. I primi tre chili di cocaina venivano spediti a Verona e proposte agli acquirenti esclusivamente italiani. Con il carico “prova”, la cui partenza era stata autorizzata da un decreto di ritardato sequestro, i finanzieri del Gico di Catania hanno avuto modo di acquisire maggiori elementi indiziari sulla “paternità” della droga che sarebbe stata immessa nel mercato dello spaccio.
A Verona, vi era un emissario del Flaco, proveniente dal Messico, ovvero Salvador Ascencio Chavez, 53 anni, detto "Chava", anch'egli destinatario del mandato di arresto europeo
. Chavez, destinatario del provino della droga, ha incontrato Tito e Felix, consegnando loro la somma di 35mila euro a titolo di anticipo. Da qui poi si è scoperto tutto il resto con i relativi provvedimenti restrittivi.
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