Mentre siamo confinati in casa e privati delle nostre libertà (nella speranza che questo serva, almeno, a contenere la pandemia) c'è chi osserva tutto ciò con compiacimento. Su Forbes un articolo di Jeff McMahon ha sostenuto che questo blocco (quasi) totale delle attività umane sarebbe un gran cosa, dato che eviterà un numero altissimo di decessi per inquinamento. A suo giudizio, poiché l'inquinamento uccide più persone del virus, avremmo dovuto tenere tutti lontani dal lavoro molto prima assai. Quel che conta, a ogni modo, è che alla fine il mondo lo stiamo congelando davvero. Lo schema del ragionamento è: ogni anno nel mondo morirebbero sette milioni di persone per inquinamento (dati Oms), mentre il coronavirus - alla fine - ne ucciderà meno. Sia quel che sia, è importante restare tutti a casa in modo da salvare milioni di persone. Una simile analisi non ha senso: non solo perché prospetta un'umanità imprigionata, lontana da attività e interessi, ma anche perché non tiene in minima considerazione i morti che questo generale collasso dell'economia globale comporterà. È sufficiente osservare l'allungamento della vita media in Cina e in India durante l'espansione della globalizzazione per capire che, senza attività economiche e senza tecnologie, alla fine non c'è alcuna possibilità di alimentarsi, curarsi, proteggersi dalla natura (si tratti di virus, terremoti o altro). Quando tutti saremo più poveri, chi avrà bisogno di cure o farmaci sarà in una situazione assai peggiore. Il ragionamento degli ecologisti alla Greta Thunberg è ridicolo, ma interpreta un sentimento diffuso. In vari siti di tutto il mondo sono apparse immagini, più o meno taroccate, in cui si mostrano acque dei canali di Venezia tornate trasparenti e ricche di pesci. Altri si sono invece entusiasmati per il calo dell'anidride carbonica nell'aria o la riduzione del traffico cittadino.
Troppi sembrano non accettare che in larga misura quella brutta cosa che si chiama inquinamento è un costo - da limitare e contenere, ma ineliminabile - che una società civile paga in cambio del fatto di avere tecnologie di alto livello negli ospedali, ricerche avanzate, sistemi di comunicazione e via dicendo. Quanti detestano la civiltà e vorrebbero farci tornare al paleolitico forse non sanno come in quel caso la vita sarebbe breve, difficile, squallida, piena di sofferenze.
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