Metà degli europei immagina la casa ideale con il parquet. In linea con la crescente sensibilità verso il rispetto della natura e la ricerca dell'autenticità, si associa il parquet alla sensazione di naturalezza e di calore e lo si considera un ottimo investimento.
È quanto emerge dal sondaggio condotto da InSites Consulting, per la Federazione europea dell'industria del parquet (Fep), sui consumatori europei in 11 Paesi dell'Ue: Francia, Spagna, Svezia, Germania, Polonia, Austria, Italia, Svizzera, Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo. L'indagine, svolta in aprile, ha coinvolto 5.610 consumatori tra i 25 e i 70 anni.
L'Italia, in attesa di una vera ripresa dell'economia, guarda a un'inversione a fine anno. Secondo le statistiche diffuse, siamo il Paese che, tra tutti, perde più terreno. Contro le aspettative di stabilizzazione, l'edilizia si è contratta, nel 2014, del 2,2% rispetto al 2013. Ancora una volta il declino più importante è stato registrato nel segmento delle nuove costruzioni, sia residenziali sia non residenziali. Al contrario, è stata registrata una crescita del 2,3% negli interventi di ristrutturazione sul segmento residenziale e dell'1,4% su quello non residenziale, frutto della politica di incentivi per gli interventi volti ad aumentare l'efficienza energetica.
Dal punto di vista della produzione di parquet, l'Italia perde ben il 27,12% rispetto al 2014, passando da 2,9 milioni di metri quadrati a 2,1 milioni. Per il consumo, poi, scende al quarto posto con un calo del 17,85%, da 7,7 milioni a 6,3. La Germania rimane il primo mercato con il 23%, seguito da Francia con 12% e Svezia che, con l'8%, ha sottratto all'Italia il terzo posto.
La forte contrazione del mercato edilizio ha impattato non solo sul parquet, ma anche sul comparto della ceramica, storico concorrente del legno in Italia. Tuttavia, per il 2015, le previsioni sembrano lasciare margine alla speranza.
Secondo molti osservatori, l'Italia ha raggiunto i minimi storici e non può che risalire la china. I dati della Fep sono indubbiamente tutti negativi, ci sono dei ritardi importanti in tutta Europa, per quanto riguarda la produzione: -19% per la Francia, -18% per l'Italia, a sorpresa -9% per la Germania, -5% l'Austria. Ma c'è chi vede una schiarita. È chiaro che bisogna lavorare molto.
«La
prima cosa su cui bisogna agire, però, è il legno - conclude l'imprenditore Patrizio Dei Tos (Itlas) -: dobbiamo valorizzare la nostra materia prima, la migliore al mondo e alla quale non sappiamo dare il giusto valore».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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