"Sono venuti a prendermi". Le ultime parole del compagno della Provvedi prima dell'arresto

Quando la polizia lo ha arrestato, Malefix si trovava a casa della sorella della sua compagna, Silvia Provvedi: così è finita l'avventura criminale del re della movida milanese tra mazzette, risse e lusso sfrenato

"Sono venuti a prendermi". Le ultime parole del compagno della Provvedi prima dell'arresto

Ha destato clamore l'arresto di Giorgio De Stefano, noto alle cronache per essere il compagno di Silvia Provvedi, completamente estranea ai fatti. Schivo e riservato, sono pochissime le immagini che lo ritraggono in compagnia della fidanzata, che solo pochi giorni fa ha dato alla luce il suo primo figlio. L'arresto si è compiuto con una retata svolta nelle prime ore del mattio di ieri, mercoledì 24 giugno, nel corso dell' Operazione Malefix, che prende il nome dal soprannome di De Stefano.

Se Silvia Provvedi e sua sorella Giulia hanno deciso di chiudersi nel silenzio, arrivando a togliere la possibilità di commento dai contenuti dei loro post social, la rete è in fermento per capire chi sia davvero Giorgio De Stefano, che fino a ieri era considerato dai più solamente un rampante imprenditore calabrese di successo a Milano. In realtà, Giorgio De Stefano, o Giorgino, è ben altro. È nato da una relazione extraconiugale e solo in un secondo momento i suoi fratellastri gli hanno permesso di acquisire il cognome della famiglia, una delle 'ndrine più potenti della Calabria. A Milano aveva aperto uno dei ristoranti più amati dal jet-set meneghino, una location esclusiva sui Bastioni di Porta Volta, in zona centrale. Pare che il suo legame alla criminalità fosse noto in città ma Malefix non è mai stato al centro delle cronache, anche perché senza prove le colpe dei padri non possono ricadere sui figli. L'aereo che ha sorvolato la casa del Grande Fratellp Vip durante quando la sua fidanzata era concorrente trainava uno striscione firmato Malefix: così si è presentato al mondo del gossip il compagno di Silvia Provvedi.

Inizialmente, Giorgio De Stefano era inviso al capobastone per la sua condotta dissoluta. Secondo i reggenti della 'ndrina, era "troppo incline a farsi coinvolgere in compromettenti risse nei locali della movida cittadina". Questo scrive il gip Tommasina Cotroneo, parole confermate anche dal collaboratore di giustizia che ha raccontato le dinamiche della famiglia De Stefano. L'amore per la vita notturna e i guai combinati nei locali di Reggio Calabria convincono i capi a rimandare Giorgio De Stefano a Milano, sia per fargli gestire gli affari di quella zona, sia per allontanarlo dagli ambienti calabresi, dove Malefix non aveva la necessaria riservatezza. Giorgio De Stefano ha sempre avuto ampie disponibilità economiche, come racconta il collaboratore che lo ha incontrato diverse volte. "Non aveva mai meno di 3.000/3.500 euro... Mi è rimasto impresso il fatto che avesse sempre fogli da 500 euro in tasca", spiega l'uomo, come raccontato dal Corriere della sera.

L'arresto è avvenuto mercoledì alle 4 del mattino e insieme a lui è finito in manette anche il fratello Carmine, oltre ad altri esponenti della 'Ndrangheta calabrese. L'arresto è una misura cautelare per associazione mafiosa ed estorsione. Come riferisce il Corriere della sera, Giorgio De Stefano in quel momento non si trovava a casa sua ma a casa di sua cognata, Giulia Provvedi. Insieme a lui anche Giulia e la piccola appena nata, perché nel loro appartamento si era improvvisamente guastato l'impianto di condizionamento. La famiglia, quindi, aveva trovato rifugio a casa dell'altra metà delle Donatella ed è qui che i poliziotti della Squadra Mobile di Milano lo ha arrestato. "Sono venuti a prendermi", avrebbe detto Giorgio De Stefano alla sua compagna, quando la polizia ha citofonato a casa.

L'esposizione mediatica infastidiva i colonnelli della cosca ma Giorgio De Stefano era sempre molto attento a non comparire troppo sui social e a evitare paparazzi e interviste.

Nei suoi frequenti viaggi a Reggio Calabria, Malefix non aveva mai con sé il telefono cellulare e dopo essere arrivato fino a Napoli in treno, si faceva scortare in Calabria dagli uomini di fiducia. Pare sapesse di essere attenzionato dalla Dda, tanto che dopo l'arresto di suo fratello Dimitri, nel 2016, Giorgino vola in Spagna, dove resta per qualche tempo.

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