È stato salvato dai guastatori paracadutisti e ora ha deciso di esternare pubblicamente tutta la propria gratitudine. Questa la edificante vicenda di Filippo Meschini, 30enne labronico scampato per miracolo all'alluvione di Livorno di tre settimane fa.
A due chilometri da casa loro, in zona Collinaia, Meschini è stato travolto dai flutti del rio Ardenza, in piena dopo le abbondanti precipitazioni. Con lui la moglie Martina, che purtroppo non ce l'ha fatta. Lui è stato più fortunato: sulla propria strada gli uomini dell'Ottavo reggimento guastatori paracadutisti, di stanza a Legnano.
"Ringrazio pubblicamente i ragazzi, tutta la squadra, che quella notte, pur non essendo stati avvisati da nessuno su quel che stava accadendo, si sono trovati là per caso pattugliando la zona per il progetto Strade Sicure", racconta al Tirreno. Dell'incidente non ha memorie precise: per sua fortuna, è stato salvato alla furia degli elementi grazie a una catena umana e a una tavola da surf allungata sopra i flutti in tempesta.
"Se sono ancora qui – racconta il giovane – è perché, come mi hanno detto loro e il parroco che mi ha sposato, devo rimanere qui: probabilmente devo fare ancora qualcosa di buono, un motivo ci deve essere e io voglio credere che ci sia". Con una nota finale destinata a chiedere verità e giustizia per coloro che, insieme a sua moglie, in quell'alluvione hanno perso la vita.
"Entro la settimana prossima – conclude Filippo – verrà costituito un comitato che porterà il nome di Martina: il comitato avrà il compito di seguire tutte le indagini, tenendo alto l'interesse: se ci saranno eventuali colpevoli o negligenze, ciò
dovrà essere agli occhi di tutti. Lo faccio per mia moglie e per le persone che sono rimaste danneggiate dall'alluvione. Secondo me si poteva fare di più, ma mi fermo qui: chi deve occuparsene se ne sta già occupando".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.