La sorella di Pelllizzari: "Ci dissero di tacere sul riscatto che fu pagato"

Ci dissero di non rivelare che avevano pagato": così la sorella di Bruno Pellizzari, Vera Hecht, in un video di al Jazeera in cui si accusa l’Italia di "pagare per gli ostaggi"

La sorella di Pelllizzari: "Ci dissero di tacere sul riscatto che fu pagato"

"Ci dissero di non rivelare che avevano pagato": così la sorella di Bruno Pellizzari, Vera Hecht, in un video di al Jazeera in cui si accusa l’Italia di "pagare per gli ostaggi". Nel video parla anche Deborah Calitz, compagna di Pellizzari rapita con lui, con Bruno accanto: "Ci fecero un briefing per spiegarci cosa non dire, e questa (il riscatto, ndr) era una di quelle". Le ’rivelazionì di al Jazeera sono contenute nel capitolo intitolato "L’Italia ha pagato riscatti in Somalia e Siria": è l’ultima puntata degli ’Spy cables’, i centinaia di documenti segreti che l’emittente panaraba ha annunciato di aver ottenuto all’inizio di quest’anno. "Pagine e pagine" del servizio segreto sudafricano che includerebbero "carteggi con il Mossad, l’MI6 britannico, l’Fsb russo, e l’Asio australiano".
Nel video, la sorella di Pellizzari "si dice convinta che è stata l’Italia a salvare il fratello", spiega al Jazeera, e Vera Hecht commenta: "I somali avrebbero seppellito Bruno e Debbie, sarebbero morti", dice la donna.

Il documentario prosegue con una serie di interviste a "combattenti siriani" che affermano di aver "visto con i propri occhi" il denaro contante "pagato dagli italiani per il riscatto di Domenico Quirico" in Siria. "Il denaro consisteva in pacchi di plastica da 100.000 dollari ciascuno", afferma un altro siriano presentato come "negoziatore". Al Jazeera prosegue: "Il governo italiano ha detto che il riscatto da 4 milioni di dollari è stato raccolto dai familiari degli ostaggi (con Quirico venne liberato anche un giornalista belga, ndr), ma la famiglia smentisce e anche Quirico afferma di non sapere di alcun riscatto pagato dalla sua famiglia". Il documentario si conclude con il caso Greta Marzullo e Vanessa Ramelli: il 5 ottobre scorso la corte islamica di Abizmu, la località a sud-ovest di Aleppo dove le due cooperanti erano scomparse il primo agosto 2014, ha "condannato" uno dei capi-milizia locali coinvolti nel sequestro perchè "reo confesso" di essersi intascato cinque dei 12 milioni di dollari e mezzo (poco più di 11 milioni di euro) "pagati per la liberazione" delle italiane. Le due vennero liberate il 15 gennaio 2015.

Al Jazeera afferma oggi di avere "le foto esclusive del denaro": nel video si mostra un tavolo con diversi pacchi di banconote - "11 milioni di euro", dice al Jazeera - con sopra un cartello e la data "7 gennaio 2015".

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