Non c'è pace nemmeno da morto per Ermes Mattielli, il rigattiere che per difendere la sua proprietà aveva sparato a due ladri rom entrati nella sua azienda. Oggi, infatti, il giudice che lo condannò a 5 anni di carcere e 135mila euro di risarcimento ha depositato le motivazioni della sentenza.
Secondo il giudice Mattielli non avrebbe dovuto sparare contro i due rom Blu Helt e Cris Caris, che la notte del 13 giugno 2006 lo stavano derubando. "Non aveva necessità di difendersi sparando addosso ai due nomadi che erano a terra - si legge - Doveva chiamare le forze dell’ordine e al limite sparare in aria". Facile parlare a cose fatte, diverso trovarsi in quelle situazioni: paura, voglia di difendersi, prevalgono spesso sulla freddezza.
Roberto Ciambetti, presidente del Consiglio regionale del Veneto, ha commentato così le motivazioni: "Sono preso dallo sconforto quando faccio la comparazione tra questa condanna e la sostanziale impunità in cui fior fiori di delinquenti si trovano ad operare - ha detto al Corriere - Mattielli condannato e quanti ladri, anche colti sul fatto, vengono rimessi in libertà? Quanti anche condannati non scontano la pena?. C’è un sentimento diffuso di impotenza davanti all’arroganza del crimine e i cittadini si sentono abbandonati dallo Stato, uno Stato che è ben vivo e forte appunto come lo è stato con Mattielli ma infingardo se non inerte davanti alla criminalità, ai troppi furti, i troppi soprusi. Penso ai reati commessi da molti extracomunitari che vengono scusati con le più improbabili motivazioni sociali o culturali".
Poi ha conluso: "Mattielli invece no: è stato condannato dal giudice ma anche da una vasta parte delle èlite, dei rivoluzionari in cachemire, i buonisti di professione, di quel mondo salottiero che con la sua tolleranza ha riempito le nostre città di malfattori, gente che vive al confine tra illeciti e illegalità. Mattielli avrà anche sbagliato, ma ha pagato a caro prezzo quello sbaglio e altri se la ridono"- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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