Ulderico Esposito è morto. Non ce l'ha fatta il tabaccaio colpito senza un motivo a Napoli da un nigeriano. Dopo un mese di agonia all'ospedale Cardarelli ha esalato l'ultimo respiro. Un decesso che "addolora" anche Graziano Stacchio, il benzinaio vicentino che sparò alla banda di ladri che tentava il colpo nella gioielleria accanto al suo distributore, e che è diventato un simbolo delle vittime di banditi e violenti.
"La morte del tabaccaio napoletano ci addolora molto, fatti del genere vengono trattati come casi di cronaca e chiusi lì, l'Italia non ha più spazio per le vittime". Le parole di Stacchio all'Adnkronos suonano come un grido di rabbia. "Qualcosa abbiamo ottenuto con l'Osservatorio nazionale, l'Unavi (Unione Nazionale Vittime) e Nessuno tocchi Abele (l'associazione delle vittime di rapine e furti) - spiega il benzinaio - ma siamo lontani perché è impensabile che debbano succedere certe cose".
Il tabaccaio di Napoli, secondo quanto ricostruito, sarebbe stato colpito brutalmente da un nigeriano dopo una semplice domanda. Esposito avrebbe invitato l'immigrato a spostarsi dall'ingresso della ricevitoria che si trova all'interno della linea 1 della metro, stazione di Chiaiano. A quella richiesta, però, l'extracomunitario ha reagito con un violento pugno che ha steso il 52enne napoletano. Una violenza inaudita che ha provocato una emorragia cerebrale. La corsa in ospedale si è rivelata alla fine inutile. Un mese dopo Ulderico è morto. "Siamo inermi di fronte a tutto questo, chi prova queste cose le sente dentro finché vive - dice Stacchio - Chiaro che la violenza vada fermata a ogni costo, lo ha detto il Papa e il messaggio l'ho recepito totalmente, ma per fermarla bisogna dare esempi, non giustificare al solito chi commette reati".
Anche il ministro dell'Interno Matteo Salvini si è detto vicino alla famiglia della vittima. E ha promesso l'espulsione immediata dell'extracomunitario non appena "rimetterà piede fuori dalla galera". Resta, però, la rabbia dei colleghi del tabaccaio, così come di chi ha avuto la fortuna di potersi difendere dai ladri e ora porta avanti le battaglie per la legittima difesa. Graziano Stacchio, come noto, sparò con il suo fucile per difendere i titolari di una gioiellieria vicino al suo distributore uccidendo uno dei banditi. "Se penso a quello che ho fatto? - continua il benzinaio vicentino - Ogni giorno e mi chiedo perché certe persone si mettano in mano un fucile e si sentano padroni della vita altrui. Mi giustifico, un pò per mettermi a posto la coscienza, un pò perché nostra società permette che chi ha commesso reati sia ancora in circolazione, gli sbandati ancora liberi". E poi va a finire che i lavoratori muoiano, come Ulderico.
"Se mi dovesse ricapitare ciò che mi è successo - conclude Stacchio - è possibile che agisca ancora con più cattiveria. Evidentemente se questa gente continua a delinquere non ha recepito il messaggio: non siamo razzisti, siamo consapevoli".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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