Sparatoria al tribunale di Milano, confermato l'ergastolo per Giardiello

È stato confermato anche in secondo grado l'ergastolo per l'imprenditore che uccise tre persone all'interno del tribunale di Milano dove era sotto processo per bancarotta

Sparatoria al tribunale di Milano, confermato l'ergastolo per Giardiello

La Corte d'Appello di Brescia ha confermato la condanna all'ergastolo per Claudio Giardiello, l'imprenditore che il 9 aprile 2015 uccise tre persone nel Palazzo di Giustizia di Milano.

L'immobiliarista entrò con una pistola nel tribunale di Milano dal varco di via San Barnaba e un paio d'ore dopo esplose il fuoco con la sua Beretta nell'aula del terzo piano dove si stava celebrando il processo a suo carico per bancarotta, uccidendo l'avvocato Lorenzo Claris Appiani, testimone nel processo, il suo coimputato Giorgio Erba e il giudice Fernando Ciampi, che si era occupato del fallimento della sua società, l'immobiliare "Magenta".

Il 14 luglio dell'anno scorso, Giardiello è stato condannato in primo grado all'ergastolo, come chiesto dal pm, con rito abbreviato per il triplice omicidio. Inoltre lo scorso 14 febbraio si è chiuso anche il processo in cui l'uomo era imputato per bancarotta e che aveva dato origine alla sua furia omicida. Per quella accusa Giardiello è stato condannato a ulteriori quattro anni e mezzo di reclusione.

Nel frattempo, si è celebrato il processo d'appello per l'accusa di omicidio per cui l'imputato era stato condannato al carcere a vita. Il sostituto pg di Brescia Gianpaolo Zorzi aveva chiesto ai giudici della Corte d'appello di confermare la condanna in primo grado e di escludere le attenuanti generiche. Sulla perizia sulla capacità di Giardiello di stare a giudizio, Zorzi ha detto che "se n'è ampiamente discusso in primo grado, anche se si era trattato di un abbreviato, e la rinnovazione della perizia non è necessaria".

La Corte d'Appello ha accolto la richiesta dell'accusa, confermando

la condanna all'ergastolo. "Quella di oggi era noi una sentenza ovvia", è il commento dell'avvocato Vinicio Nardo, che rappresentava in aula i familiari di Claris Appiani. Le motivazioni saranno depositate tra 90 giorni.

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