Da Spelacchio a Tiberis, la spiaggia della Raggi è "accroccata"

A Roma è arrivato Tiberis, il lido dei romani. Ecco com’è passare una giornata sulla spiaggia della Raggi

Da Spelacchio a Tiberis, la spiaggia della Raggi è "accroccata"

Passano i mesi, cambiano le stagioni, ma Virginia Raggi non cambia mai. Vi ricordate di “Spelacchio”? L’alberello natalizio di piazza Venezia era brutto, era secco però “è costato pochissimo”, dicevano in coro dal Campidoglio. E ci mancherebbe. Sale la colonnina di mercurio e di Spelacchio non rimane che qualche gadget, le polemiche sfumano. E la sindaca che fa? Replica con Tiberis, uno stabilimentino (semi-attrezzato) che basta guardarlo per immalinconirsi. Ebbene eccola qui, in tutto il suo ettaro di estensione, l’attesissima “spiaggia dei romani” annunciata a dicembre scorso dalla prima cittadina (guarda il video).

Alla faccia di chi sussurrava che il progetto sarebbe naufragato. Il dubbio di rimanere senza un lido per Roma si era insinuato con l’arrivo dell’estate. Era giugno, ed un po’ tutti si domandavano: “Ma quando la aprono questa spiaggia? A Natale?”. Finché con l’ormai proverbiale ritardo che contraddistingue l’amministrazione romana, un bel giorno, sotto ponte Marconi non sono apparse le dune. Di Virginia, invece, non c’è traccia. All’inaugurazione informale della spiaggetta non si è presentata e c’è chi è pronto a giurare che lo abbia fatto per sfuggire alle critiche.

In effetti, il Tiberis trasmette un imbarazzante senso di precarietà e inadeguatezza. Già al primo sguardo. A neppure 24 ore dall’apertura dei cancelli, il prato è già secco. “Fa troppo caldo e anche se lo bagnamo non serve a nulla”, spiega uno degli operai che, nonostante l’arrivo dei primi bagnanti, è ancora lì a fare rifiniture. Fortuna che conquistare un posto sotto al sole cocente, quaggiù, non è un’impresa difficile: gli ombrelloni sono solo ventidue. Anche per i lettini, quarantotto in tutto, vige la regola aurea del “chi prima arriva meglio alloggia”, ci rivela un signore che si è accomodato per terra. E pensare che, in questa domenica di agosto, l’affluenza è anche modesta. “Cosa succederà quando i romani torneranno dalle ferie?”, si domanda un altro bagnante metropolitano. Se invece vi dovesse venire voglia di un gelato oppure di una granita, fatevela passare: l’unico punto ristoro di tutto lo stabilimento è una macchinetta a gettoni. Chi è arrivato alla Tiberis per la prima volta, chiaramente, è rimasto un po’ spiazzato. Ma il vero tonfo al cuore lo ha avuto nel momento in cui ha realizzato che “non c’è nemmeno una piscina”.

Allora, per sfuggire alla soffocante calura del lungofiume, non resta che mettersi in processione verso le otto docce in lamiera offerte dallo stabilimento. Mentre per quanto riguarda i servizi igienici la risposta è data da una fila di bagni chimici. “Beh, mi sembra abbiano fatto tutto un po’ rapidamente”, osserva una ragazza a cui è bastato un veloce sopralluogo per tirare le somme. La pensa così anche una signora di mezza età che usa parole più esplicite: “Qui è tutto accroccato”. Ma a gremire le dune ostentando entusiasmo, oggi, sono soprattutto simpatizzanti ed elettori del Movimento. Le truppe cammellate della sindaca, pur essendo visibilmente accaldate, ripetono: “È solo l’inizio”. Oppure: “Beh ma qui c’erano immondizia e accampamenti rom”. E anche: “Qui è tutto gratis”. Ovvimanete non manca nemmeno chi osserva che “tanto è costata poco” (meno di 40mila euro).

Silvano Simoni dell’Ufficio Tevere è ai posti di comando, occhiali specchiati e cappellino da baseball, pronto a rispondere alle domande dei cronisti. Elenca la rimozione di 80 tonnellate di rifiuti e lo sfalcio dell’erba e tutto quello che è stato fatto sinora. Argomento, questo, che mette d’accordo tutti. Però nel merito dell’impianto, anche lui, non può far altro che ammettere che “il progetto non è questo, si tratta solo del primo passo”. Chissà quanto dovremo aspettare per vedere muovere il secondo.

Ma intanto, per chi è rimasto a Roma, la spiaggia della sindaca rappresenta pur sempre un’alternativa alla routine cittadina. “Sono contentissima di passare l’estate qui”, dice sorridendo una vecchietta ultranovantenne mentre si rinfresca col suo ventaglio.

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