"In 12 mesi si è fatto quanto si faceva in più di 12 anni". È quanto ha affermato il virologo Roberto Burioni riferendosi ai risultati del vaccino della Pfizer che ha stupito tutti con oltre il 90% di efficacia protettiva sulle 20mila persone alle quali è stato somministrato.
Intervenuto alla trasmissione di Fazio 'Che tempo che fa', ha spiegato come sia stato possibile realizzare questo "miracolo" scientifico in così poco tempo. Il trucco, se così si può dire, è che il vaccino sviluppato dall'industria tedesca BioNtech con la Pfizer parte da un principio diverso (e molto più veloce) rispetto a quelli tradizionali per i quali sono necessari anni.
La "scorciatoia" per il vaccino: ecco l'mRNA
"La Pfizer ha preso una scorciatoia", afferma Burioni. Ma quale? "Le nostre cellule, quando devono produrre una proteina (cosa che fanno in continuazione pena la nostra morte istantanea), utilizzano una strategia molto semplice: le informazioni per la sintesi della proteina sono nel Dna ma un enzima, la RNA polimerasi, sintetizza usando come stampo il Dna una molecola di Rna messaggero, detta mRna", ha affermato lo studioso in diretta tv.
La molecola di cui parla si chiama Rna 'messaggero' perché porta il messaggio che consiste nelle informazioni per produrre una proteina a delle macchinette presenti nelle cellule chiamate ribosomi. Questi ribosomi leggono l’Rna messaggero e sintetizzano la proteina seguendo queste istruzioni. Ecco spiegata, in breve, la differenza con i vaccini tradizionali che, diversamente, sono spesso basati su proteine virali prodotte in laboratorio in grandi quantità, raccolte, purificate e poi “imbottigliate” e iniettate nel paziente per indurre una risposta immunitaria.
Come funziona. "Nel caso del vaccino Pfizer, l’Rna messaggero porta l'informazione all'interno delle cellule umane per produrre la proteina caratteristica del virus in questione, in questo caso la proteina Spike, che attiverà il sistema immunitario", ha detto in esclusiva a ilgiornale.it il Prof. di Sanità pubblica all'Università del Piemonte orientale Francesco Barone Adesi e membro del Crimedim (Research center in emergency and disaster medicine). "Noi abbiamo tutte le istruzioni per costruire le proteine che ci servono custodite all’interno del nostro Dna. L’Rna messaggero porta questa informazione fuori dal nucleo della cellula, ai ribosomi che costruiranno le proteine". Quindi, l'Rna che si è messo in questo vaccino è come se fosse un "file, con delle istruzioni per un computer, ha le istruzioni per costruire questa proteina", ci ha detto il Prof. Barone Adesi. È così che si inganna il sistema immunitario che pensa di essere stato colpito da un virus vero e si attiva.
Tradizione vs innovazione. La Pfizer, in questa corsa contro il tempo per fermare la pandemia, ha sperimentato un sistema nuovo: "Si inietta nelle cellule del paziente direttamente l’Rna messaggero che codifica la principale proteina del coronavirus, la 'chiave falsa' con la quale il virus entra nelle nostre cellule: i ribosomi la trovano, credono che sia un ordine che arriva dal Dna e sintetizzano la proteina del virus, che entrando in circolo viene riconosciuta dal nostro sistema immunitario come estranea e aggredita", ha affermato Burioni. In pratica, ai ribosomi viene dato un ordine truffaldino grazie al quale si crea in automatico una risposta immunitaria quando il virus, quello vero, entra nel nostro organismo. A quel punto si attiva la produzione degli anticorpi chiamati “neutralizzanti“ che sembrano essere in grado di proteggere i pazienti. In altre parole, il lavoro che dovrebbe fare la casa farmaceutica (produzione e purificazione della proteina virale) la fa direttamente la cellula del paziente.
Vantaggi e svantaggi
I vantaggi sono due: la velocità di produzione (come abbiamo visto all'inizio) e la possibilità di cambiare facilmente il vaccino nel caso dovessero insorgere mutazioni virali. Il vaccino non contiene agenti patogeni attenuati (come avviene in tutti gli altri, ad esempio quello dell'influenza), quindi non è infettivo: l’mRna non necessita di entrare nel nucleo in quanto la sintesi proteica avviene nel citoplasma e ne facilita la sua attività. Il vaccino a mRn può essere prodotto, quindi, molto rapidamente, caratteristica fondamentale nel bel mezzo di una pandemia come quella attuale. "Il grande vantaggio è che un vaccino a Rna può essere preparato più velocemente di uno tradizionale. Una volta entrato nelle cellule, l’Rna fa preparare la proteina spike all'organismo stesso", ci ha detto il ricercatore. Ma non è tutto, perché ce n'è uno ancora più grande. "Se il virus mutasse, si riprogrammano le istruzioni nell'Rna e si ricrea la proteina nella nuova maniera: in questo modo si possono seguire eventuali mutazioni del virus, è molto conveniente", ha dichiarato il Prof. Barone Adesi.
E gli svantaggi? La somministrazione dell'Rna messaggero potrebbe non essere sempre gradita dal nostro organismo ed, in molti pazienti, gli effetti collaterali che si sono verificati erano simili ad una brutta influenza con febbre, mal di testa e dolori muscolari. In ogni caso, per ora, non è stato riscontrato nessun caso grave. Un altro aspetto negativo e problematico dal punto di vista logistico riguarda la distribuzione di questo vaccino che necessita di essere conservato a temperature glaciali (-70 gradi centigradi). Altri aspetti riguardano le dichiarazioni fatte dalle case produttrici, dei modi "irriturali di procedere: noi in questo momento abbiamo semplicemente una promessa - ci dice il Prof. - È come se stessimo aspettando una nave che deve portare un carico importante e qualcuno ci dice che è stata vista passare oltre al promontorio". In pratica bisognerà poi vedere effettivamente come è fatto questo vaccino, che riguarda sia le valutazioni di efficacia che i risultati dello studio, avere accesso ai dati per capirne le caratteristiche.
Il rebus della risposta immunitaria. "È la prima volta che viene utilizzato un vaccino con Rna messaggero, ed è per questo che si aggiunge un ulteriore strato di incertezza", aggiunge lo studioso. Secondo alcuni studi, gli anticorpi scomparirebbero dopo alcuni mesi. È per questo che diventa fondamentale, per tutti i vaccini, capire questo aspetto. "In alcuni casi, i vaccini possono creare risposte immunitarie più durature di quelle che si creerebbero se si incontrasse davvero il virus". Un'altra incertezza che ha posto lo studioso Barone Adesi è se questi vaccini funzioneranno davvero su tutte le classi d'età. "È fondamentale, negli anziani a volte funzionano meno bene: è quella che viene chiamata immunosenescenza. Sarà molto importante capirlo altrimenti bisognerà pensare ad alcune strategie diverse". Ciò significa che, eventualmente, bisognerebbe vaccinare tutti gli altri per impedire al virus di arrivare a chi è più anziano.
Vaccino di "Moderna": stesso principio di Pfizer
Ma le buone notizie non sono finite: nelle ultime ore anche l'azienda statutinense Modernaha annunciato che il proprio candidato vaccino è "efficace al 94,5%", ancora maggiore di quello della Pzifer e con uno stato di conservazione più fruibile perché deve essere tenuto a -20 gradi centigradi e può resistere dentro ad un comune frigorifero per ben 30 giorni. I dati di Moderna sul vaccino contro il Covid-19 "sono straordinari, un'efficacia al 94.5% è impressionante. Ora, dopo i risultati simili annunciati la scorsa settimana sull' altro vaccino della Pfizer, possiamo prevedere finalmente un impatto sulla pandemia. È un grosso passo avanti", ha dichiarato Anthony Fauci, immunologo e direttore dell' Istituto Nazionale Malattie Infettive Usa in una intervista alla rete Nbc.
Rna messaggero protagonista. Come per quello della Pfizer, anche in questo caso viene usato l'Rna messaggero perché si basa su una delle tecnologie più innovative e avanzate: come si legge sul Corriere, parte del codice genetico del Coronavirus viene iniettato nel corpo consentendo la produzione di proteine in numero sufficiente per addestrare il sistema immunitario contro la proteina spike di cui il virus si serve per agganciare le cellule umane e penetrarle. Utilizzare l’Rna messaggero (mRNA) è stata una scelta dettata dall’esigenza di riuscire a produrre vaccini in breve tempo, ottenendo una risposta immunitaria ottimale.
Caso vuole che entrambi i vaccini di
Pfizer e Modena hanno iniziato la fase 3 nello stesso giorno, il 27 luglio, e che tutti e due hanno bisogno della doppia dose a distanza di tre settimane (Pfizer) o quattro (Moderna). Segnali, senz'altro, di buon auspicio.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.