Tasse sotto l'ombrellone. Più di 25 milioni di proprietari di immobili entro venerdì 16 giugno dovranno versare l'acconto Imu/Tasi. Il conto ammonta a 10,1 miliardi e arriverà poi a 20 miliardi con il saldo entro la fine dell'anno. E le cifre da versare non sono certo irrisorie. Su una "seconda casa" ubicata in un capoluogo di provincia sarà di 1.070 euro medi (535 euro da versare per l’acconto) con punte di oltre 2.000 nelle grandi città (oltre 1.000 euro di acconto). Se si prendono, invece, in considerazione i costi dell’ Imu/Tasi sulle prime case cosiddette di lusso (abitazioni signorili, ville e castelli), sempre ubicate in un capoluogo di provincia, il costo medio è di 2.610 euro (1.305 euro l’acconto di giugno), con punte di oltre 6 mila euro (oltre 3.000 euro la prima rata di giugno). Chi possiede una seconda pertinenza dell’abitazione principale della stessa categoria catastale (cantine, garage, posti auto, tettoie), dovrà versare l’ Imu/Tasi con l’aliquota delle seconde case con un costo medio annuo di 56 euro (28 euro la rata di giugno), ma con punte di 110 euro all’anno.
Le aliquote non hanno subito rialzi, ma non hanno nemmeno subito ribassi, cosa questa possibile, ma non attuata da nessuna città: ci si è, infatti, limitati a riconfermare le aliquote dello scorso anno. Diciotto città hanno confermato l’addizionale della Tasi sugli altri immobili, per cui in questi Comuni le aliquote superano quella massima dell’ Imu (10,6 per mille).
In particolare Roma, Milano, Ascoli, Brescia, Brindisi, Modena, Potenza, Rieti, Savona, Verona, hanno scelto l’aliquota dell’11,4 per mille; Macerata l’11,3 per mille; Terni e Siena, l’11,2 per mille; Lecce e Massa l’11 per mille; Agrigento il 10,9 per mille; Caltanissetta il 10,7 per mille. Altre 70 città capoluogo, tra cui Torino, Bologna, Firenze, Napoli, Palermo e Bari applicano invece l’aliquota del 10,6 per mille.
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