Una storia che ha dell'incredibile quella raccontata da Rocco Pezzano sul "Quotidiano del Sud". È la storia di Savino, un giovane uomo alla soglie dei quarant'anni di Venosa, un Comune in provincia di Potenza, costretto a vivere "fuori dal mondo" perché affetto da una malattia rara che rende il corpo "intollerante" alle onde elettromagnetiche.
Bene, pensate alla vita di Savino a Venosa: non una metropoli, certo, ma sempre luogo nel quale di onde elettromagnetiche, in un società che sembra essere ormai più telematica che reale, ce ne sono un bel po’. Un mondo in cui i computer e gli smartphone sono diventati, ahinoi, pane quotidiano.
Ma non solo. Savino non può vivere dove c'è un frigorifero e tutti gli elettrodomestici che, per funzionare, si servono dei fotoni.
Savino vive come un eremita, e per lui è anche difficile trovare un lavoro che salvaguardi i suoi problemi di salute. Anzi, è proprio con un lavoro nuovo che ha scoperto di essere malato. Per quanto, come viene specificato sul "Quotidiano", questa patologia non è riconosciuta dalla comunità scientifica nè dall'organizzazione mondiale della sanità. Ma di fatto esiste. In Svezia, però, il governo la considera una causa di invalidità funzionale. In Spagna, in una sentenza è stata considerata una “malattia professionale”. Ne è affetto chi è considerato "elettrosensibile". A riconoscerla, come malattia rara, anche la Regione Basilicata la cui giunta, presieduta dall'allora presidente Vito De Filippo, il 15 ottobre del 2013, ha decretato l’elettrosensibilità malattia rara.
Savino ha scoperto di essere "malato" una settimana dopo aver trovato un lavoro che lo costringeva a stare davanti ad un computer con le cuffie alle orecchie.
Dopo pochi giorni si è presentata la patologia: rossore in viso, forti rumori nei canali uditivi, difficoltà visive e problemi di linguaggio. Fino allo svenimento. Inizialmente un medico gli aveva parlato di stress da lavoro. Ma, intanto, i sintomi sono continuati: difficoltà nel camminare, a coordinare i movimenti, ad alzarsi dal letto, stanchezza e, addirittura, crisi epilettiche. Savino ha deciso così di lasciare il lavoro iniziando a star meglio. Una notte, dopo essersi addormentato con il cellulare nel letto, si svegliò sudato e con le palpitazioni. Gli venne suggerito di usare i fiori di bach, il noto tranquillante a base naturale.
Fin quando poi non ha deciso di rivolgersi ad un luminare, il dottor Giuseppe Genovesi, specialista in endocrinologia e malattie metaboliche, psichiatra, immunologo-allergologo e ricercatore di medicina sperimentale al Policlinico Umberto I dell’Università di Roma, titolare della cattedra in Endocrinologia.
A Savino viene diagnosticata l'elettrosensibilità.
Da allora vive isolato, in un casolare in campagna lontano dal mondo fatto di televisione, lampadine, computer, smartphone. È come se Savino vivesse su un altro pianeta. Dove non ci sono campi elettromagnetici tra pareti dipinte con una vernice isolante e con vetri e tende particolari, fatte di materiali isolanti. Come si legge sempre sul Quotidiano, a fine giornata si immerge in una tinozza di acqua e sale che pare sia un rimedio per scaricare l'elettromagnetismo eventualmente accumulato durante il giorno. Questo per due ore. Oltre a sottoporsi, tre volte a settimana, alla fleboclisi con un antiossidante epatoprotettivo.
Al suo fianco Alessandra, la fidanzata, che con lui condivide una vita fatta di isolamento e sofferenza.
Savino si definisce "un animale sociale", ma è costretto a vivere solo e isolato. E, soprattutto, è in cerca di un lavoro. Certo, che non sia al computer o con un cellulare in mano.
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