Strage di Acca Larentia, la Raggi diserta la commemorazione

Il Comune di Roma diserta il quarantesimo anniversario della "strage di Acca Larentia". Fratelli d'Italia: "Assenza grave"

Strage di Acca Larentia, la Raggi diserta la commemorazione

A quarant’anni dalla "strage di Acca Larentia", il Comune di Roma incassa un’altra brutta figura. Dopo aver sfrattato la destra romana dall’ex sezione del Movimento Sociale di Colle Oppio ed aver "sbianchettato" il murales di Mario Zicchieri, la storia si ripete.

Davanti all’ex sede del Movimento Sociale di via Acca Larentia, nel quartiere Tuscolano, ci sono solo il cerimoniale del Campidoglio e la polizia locale a deporre la corona che ricorda l’assassinio di Franco Bigonzetti, Francesco Ciavatta e Stefano Recchioni. Il presidente dell’assemblea capitolina, Marcello De Vito, che avrebbe dovuto rappresentare il Comune di Roma, non arriva. Ha dato forfait.

A denunciare "la grave assenza" dell’amministrazione Raggi sono gli esponenti di Fratelli d’Italia Fabrizio Ghera e Andrea De Priamo, rispettivamente capogruppo in Campidoglio e consigliere comunale. Sono entrambi lì, per rendere omaggio a quelle giovani vite spezzate, assieme ad una delegazione del partito di Giorgia Meloni. Si accorgono immediatamente che non c’è nessun rappresentante dell’amministrazione grillina.

Sentito da Il Giornale.it, De Priamo, racconta: "Ho chiamato De Vito per sincerarmi se venisse, lui non mi ha risposto, poi mi ha richiamato dicendo che non poteva esserci". Sull'assenza del delegato del sindaco circolano due versioni discordanti. Si mormora che se ne sia letteralmente dimenticato, forse per un errore della sua segretaria che non avrebbe trascritto l'appuntamento. Poi però arriva la versione ufficiale: quella del "malore". Monta comunque il caso. Nel tentativo di gettare acqua sul fuoco, De Vito, parla di "polemiche inutili" e minimizza: "Era presente la polizia locale che ha deposto una corona". Si è trattato del "minimo sindacale", ribatte il consigliere di Fratelli d'Italia e rilancia: "Sarebbe stata doverosa la presenza della Raggi".

E sul perché non si sia provveduto a mandare qualcun’altro in sostituzione di De Vito aleggia il mistero. Sciatteria grillina o volontà politica? Da settimane, ormai, il sindaco di Roma è in campagna elettorale, nel tentativo di ridimensionare l’impatto negativo che le alterne vicende del suo governo rischiano di avere sul voto. La richiesta di giudizio immediato e lo slittamento del processo a suo carico, che si terrà dopo l’apputamento con le urne, sembrano confermarlo.

La presenza di un suo rappresentante in via Acca Larentia avrebbe potuto creare altri imbarazzi? Resta una supposizione. Nessuno però ha dimenticato il recente exploit antifascista del primo cittadino. "La Raggi - conclude De Priamo - non si è mai dimostrata un sindaco equilibrato ed equidistante".

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