La procura di Stoccarda dopo dieci anni di indagini ha archiviato tutto, salvando i carnefici della strage di Sant'Anna di Stazzema (560 morti). La giustizia italiana, con sentenza confermata in Cassazione, aveva comminato otto ergastoli. Poi, all'improvviso, è arrivato il colpo di spugna tedesco. Il motivo? Non è stato possibile accertare con sicurezza che la strage sia staat un atto programmato e un'azione di rappresaglia nei confronti dei civili. In altre parole, secondo la giustizia tedesca quel maledetto giorno (il 12 agosto 1944) le SS probabilmente erano solo a caccia di partigiani. E l'uccisione dei cittadini inermi magari non fu decisa a tavolino. A rigor di logica non cambia nulla. Perché la strage c'è stata. E l'elenco interminabile delle vittime - la più piccola di soli venti giorni - lo sta a indicare, nonostante siano passati 68 anni. La notizia dell'archiviazione ha lasciato di stucco gli italiani. Ora dalla Germania arriva la risposta "politica" dei tedeschi: "Il governo federale continuerà ad assumersi la responsabilità storica" dei crimini commessi per mano dei tedeschi, "la legge non può rendere come non accaduto quanto è accaduto". Lo ha detto il ministro tedesco Michael Georg Link.
"Faremo tutto il possibile affinchè i crimini compiuti per mano dei tedeschi non vengano dimenticati", ha aggiunto Link affrontando per primo l’argomento in una conferenza stampa dopo l’incontro con il ministro per gli affari europei, Enzo Moavero, senza attendere domande in merito.
"Da un lato ci sono gli aspetti giuridici, dall’altro la sofferenza e il dolore", ha proseguito il ministro, ribadendo che la magistratura tedesca ha agito in base alle leggi e ammettendo che "68 anni dopo l’eccidio è difficile chiarire gli eventi e fare giustizia". In realtà la giustizia italiana aveva accertato i fatti con estrema precisione. E alcuni protagonisti della strage avevano anche confessato il loro crimine.
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