Studentessa muore di meningite in 24 ore, la madre: "Se qualcuno ha sbagliato, pagherà"

È accaduto agli Spedali Civili di Brescia, dove la giovane era arrivata dopo essersi sentita male in università. La mamma chiede chiarezza sul caso: "I sanitari ci avevano parlato di una gastroenterite acuta, poi il quadro clinico è degenerato"

Studentessa muore di meningite in 24 ore, la madre: "Se qualcuno ha sbagliato, pagherà"

A ucciderla è stata una forma di meningite fulminante che, in meno di 24 ore, l'ha strappata dall'affetto di familiari, affetti e amici. Veronica Cadei, che è stata dichiarata morta alle 6.45 di ieri mattina, lunedì era andata in università, dove studiava alla facoltà di Matematica dell'università Cattolica di Brescia. Lì si era sentita male ed era stata accompagnata al pronto soccorso da un compagno di studi, ma dall'ospedale di Brescia non è mai uscita viva. A poche ore dal decesso della 19enne, secondo quanto riportato dal Corriere della sera, Debora Poli, la madre chiede di capire che cosa sia successo: "È vero che mia figlia non tornerà più, è vero che niente me la ridarà. Ma voglio andare a fondo, perché devono spiegarci come sono andate le cose e, se qualcuno ha sbagliato, deve pagare".

Il malore in università

In base alle prime ricostruzioni, l'esito degli esami, agli Spedali Civili di Brescia, sarebbe arrivato dopo la morte della giovane. Veronica, originaria di Villongo, in provincia di Bergamo, al pronto soccorso, sarebbe arrivata con un compagno di studi, lunedì intorno alle 15.30. Secondo quanto ricostruito dalla madre, la 19enne avrebbe iniziato a sentirsi male durante una lezione in ateneo. A quel punto, il compagno si sarebbe offerto di accompagnarla a casa, ma mentre i due si trovavano in macchina le sarebbe salita la febbre. "Aveva caldo", ha raccontato la madre, "gli Spedali Civili erano vicini, l'amico le ha proposto di fermarsi per farsi visitare". E così è stato.

Il racconto della madre

La madre di Veronica ha poi spiegato di aver raggiunto la figlia in ospedale con il marito, ma una volta arrivati lì sarebbe stato impedito loro di vederla. "Siamo riusciti a raggiungerla un po' di soppiatto fuori dalla stanza dove era stata visitata. Vomitava e ripeteva che le faceva male il collo", ha spiegato la donna. A quel punto, Veronica le avrebbe chiesto di aiutarla ad andare in bagno, ma sarebbe svenuta. "Le hanno fatto la Tac, le lastre, gli esami del sangue. I medici ci hanno riferito che andava tutto bene e che probabilmente aveva una gastroenterite acuta, ma c'era quel dolore al collo che non capivo", ha continuato a raccontare la madre.

Il quadro clinico degenerato

Verso le 22 i genitori avrebbero salutato la figlia. "Non beveva dalle quattro, così le hanno attaccato una flebo per idratarla e per darle degli antidolorifici. Non posso dire che rispetto a com'era ridotta nel pomeriggio non fosse migliorata. In effetti sembrava stesse meglio", ha specificato la madre di Veronica. Che ha fatto sapere che i medici avevano deciso di tenerla sotto osservazione per la notte. Ma alle 3.30 una telefonata aveva riferito ai genitori che il quadro clinico della 19enne era degenerato: "Non beveva dalle quattro, così le hanno attaccato una flebo per idratarla e per darle degli antidolorifici. Non posso dire che rispetto a com'era ridotta nel pomeriggio non fosse migliorata. In effetti sembrava stesse meglio".

Il decesso per meningite

A quel punto, la studentessa sarebbe stata spostata in Rianimazione cardiochirurgica e attaccata all'Ecmo, ma alle 6.45 la giovane aveva già perso la vita. Nelle ultime ore, ai genitori sembrava avessero escluso la meningite, ma solo ieri pomeriggio sarebbe arrivata la conferma. "Abbiamo contattato un avvocato", ha spiegato la donna, "ci seguirà da qui in avanti, perché vogliamo sapere con chiarezza come sono andate le cose". Nella giornata di oggi è stata fissata l'autopsia sul corpo della giovane.

Il commento dell'ospedale

Il direttore sanitario dell'ospedale, Camillo Rossi, ha fatto sapere che la giovane aveva "sintomi aspecifici", che su di lei sono stati disposti accertamenti e che è stata "trattenuta in osservazione breve intensiva". Nonostante la terapia antibiotica, i sintomi sono peggiorati e "un rush cutaneo intenso ha fatto sospettare una sepsi diffusa". In base a quanto riportato, i medici avrebbero tentato di salvarla, ma ormai era troppo tardi. L'esame del liquor ha rilevato la presenza di meningococco, che è in corso di tipizzazione.

La profilassi per gli studenti

In queste ore, l'Ats ha attivato la profilassi per 90 studenti della Cattolica, i familiari della ragazza (tra cui la sorella 16enne) e le persone che sono state in contatto con lei negli ultimi giorni. L'assessore regionale alla Salute, Giulio Gallera, ha cercato di tranquillizzare: "Nessun allarme, la meningite non viene trasmessa per semplice contatto diretto o tramite la presenza nella stessa stanza".

Indagati sette medici

Sette medici sono stati iscritti nel registro degli indagati dalla Procura di Ferrara per la morte di Pier Paolo Padovani, il 29enne deceduto in seguito a una meningite. I medici, a cui è stato notificato l'avviso di garanzia, sono due del pronto soccorso, due ematologi, due del reparto rianimazione e un infettivologo. Venerdì, inoltre, ci sarà il conferimento dell'incarico per l'esame autoptico sul corpo del ragazzo al medico legale Donatella Fedeli.

Gli esami dovranno fare luce su eventuali negligenze da parte dei sanitari che hanno avuto in cura il ragazzo, o se la sua morte, invece, sia dovuta a complicanze legate alla patologia di cui soffriva, la Epn. La Procura, nell'aprire l'inchiesta sulla morte del 29enne, in seguito a una denuncia sporta dalla madre del ragazzo dopo il suo decesso, aveva già anche disposto il sequestro delle cartelle cliniche

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