"Studenti manganellati? Ecco qual è la verità": l'ira della polizia

Scontri di Torino e Milano ai cortei studenteschi, domani si rischia il bis. La polizia: "Nel corteo anche antagonisti: sono stati riconosciuti"

"Studenti manganellati? Ecco qual è la verità": l'ira della polizia

“C’è stato un lancio sistematico di pietre e bottiglie. Lo dimostrano i video della stampa e quelli della scientifica”. Pietro Di Lorenzo, poliziotto, può parlare di quanto successo a Torino perché sindacalista e segretario provinciale del Siap. La sfiga del celerino è un po’ anche questa: gli studenti scesi in piazza venerdì scorso hanno rilasciato interviste, dichiarazioni, realizzato video; loro invece possono “parlare” solo per bocca dei sindacalisti o del questore. Ordine di servizio. Funziona sempre così. Però ci sono alcune cose di quelle ore torinesi che diversi agenti vorrebbero raccontare.

Di Lorenzo, ci dica: perché le manganellate a degli studenti scesi in piazza per ricordare la morte di Lorenzo e contro l'alternanza scuola lavoro?
“Lì in mezzo c’erano dei professionisti del disordine che hanno cancellato la presenza e la voce di chi era sceso legittimamente in piazza. Le manganellate sono arrivate per respingere la pressione fisica di chi voleva a tutti i costi superare gli sbarramenti".

Gli studenti però sostengono non ci fosse alcun antagonista...

“C’erano, come ci sono sempre: sono stati riconosciuti e identificati dalle immagini. Qualcuno sta cercando di dimostrare che poveri ed ignari studenti sono stati aggrediti dalla forze di polizia, ma noi non ci stiamo”.

Selvaggia Lucarelli ha intervistato una delle ragazze ferite. Ne viene fuori il racconto di una violenza di polizia. È così?

"È un copione vecchio di decenni, si cerca il martire o lo si costruisce in queste occasioni. Fa parte della strategia mediatica del circuito antagonista”.

La 17enne dice che dopo dieci minuti avete iniziato a manganellarli. Cosa è successo davvero?

“Come dimostrano tutte le immagini complete, non è stato rispettato il divieto di corteo e sono arrivati anche all'aggressione fisica dei reparti schierati nel tentativo di sfondare”.

La giovane è convinta che avreste dovuto par partire “il corteo pacifico e legittimo”.
“Le normative Covid non lo permettevano. Siamo in zona arancione e queste sono le regole. La politica smetta di essere ipocrita: ha imposto normative limitanti della libertà di manifestare e chiede alla polizia di applicarle. Lo stesso discorso è valso per chi protestavaa contro il green pass e i vaccini. Abbiano il coraggio di dire che tutti sono uguali ma qualcuno è più uguale degli altri, oppure la politica cambi le norme prima di mettere la polizia sul banco degli imputati”.

La vostra è stata una repressione?

“I nostri ragazzi in divisa hanno garantito a tutti il diritto ad esserci, e li ringraziamo per questo. Deve essere chiaro che a provocare gli incidenti, a Torino come in altre città, come sempre, sono stati quelli che hanno orchestrato il tentativo di corteo, ben sapendo fosse vietato. Alcuni manifestanti hanno aggredito il cordone di sbarramento della polizia con lancio di pietre e bottiglie: è piuttosto singolare parlare di repressione

Ripeto: erano proprio necessarie quelle "cariche di alleggerimento", come le ha definite il questore?

“Noi agenti dobbiamo svolgere un ruolo che non ci piace, ovvero quello di ‘ammortizzatore’ fisico tra chi protesta e le istituzioni. Non sono state effettuate vere e proprie cariche, ma il respingimento di coloro che aggredivano. Non intendiamo essere accusati, in modo falso e strumentale, di essere picchiatori di ragazzini. Che siano i cattivi maestri a stare lontano da ragazzi ancora inconsapevoli dei rischi che corrono”.

Il questore ha detto: “Il manganello è uno strumento legittimo”. È così?

“È paradossale doverlo specificare, ma fa parte della dotazione e non si possono usare mazzi di fiori per respingere la violenza”.

Domani si rischia il bis...



“Si rischia il bis in molte città perché c'è chi, ideologicamente fermo agli anni 70, soffia sul fuoco invece di proteggere i ragazzi dai cattivi maestri professionisti del disordine. Se avessero veramente a cuore il presente e futuro dei giovani li metterebbero al riparo da chi butta il sasso e poi nasconde la mano”.

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