Virus, superati i decessi della Cina: in Italia le vittime sono 3.405

In Cina le vittime registrate fino ad ora sono 3.245. I malati di coronavirus in Italia sono 33.190 (+ 4.480). 4.440 i guariti

Virus, superati i decessi della Cina: in Italia le vittime sono 3.405

L'Italia supera la Cina per numero di decessi: sono 3.405 i morti nel nostro Paese, con un incremento rispetto a ieri di 427. In Cina le vittime registrate finora sono 3.245. Il dato è stato reso noto dal commissario per l'emergenza e capo della Protezione civile, Angelo Borrelli, nel corso della conferenza stampa quotidiana sull'emergenza coronavirus.

In Italia, si contano poi 33.190 persone positive, 4.480 in più rispetto a ieri. Il numero complessivo dei contagiati (comprese le vittime e i guariti) dall'inizio della diffusione del virus nel Paese ha raggiunto i 41.035. Cresce anche il numero dei guariti: sono 4.440, con un incremento di 415 rispetto a ieri. I pazienti ricoverati con sintomi sono 15.757; 2.498 sono in terapia intensiva (8% del totale), mentre 14.935 sono in isolamento domiciliare fiduciario. "Oggi sono stati trasferiti 59 pazienti dalla Lombardia, quattro più di ieri", ha spiegato poi Borrelli (guarda il video).

Il capo delle Protezione civile ha poi fornito alcune informazioni "di servizio". Per i ragazzi che rientrano dall'Erasmus "sarà consentito lo spostamento sul territorio nazionale e potranno essere presi all'aeroporto Fiumicino da un familiare per poi recarsi presso il domicilio per il periodo di isolamento". Poi una novità sulle ricette mediche: "Oggi ho firmato un'ordinanza della Protezione civile che permetterà la dematerializzazione delle ricette mediche: avranno un codice numerico che i pazienti indicheranno in farmacia per ritirare i farmaci e non bisognerà andare dal medico di base". Infine un appello: "Da più parte ci giunge la segnalazione di abbandono di animali domestici, in particolare di cani, questo è una cosa deprecabile. In nessun modo esiste ed è stata dimostrata la possibilità di diffusione di contagio tra gli animali e le persone".

Il professor Alberto Villani, presidente della Società italiana di pediatria, ha fatto poi il punto su bambini e coronavirus. "I bambini positivi al nuovo coronavirus sono circa 300 in tutta Italia e anche riguardo alla casistica italiana viene confermato quanto osservato a livello internazionale e cioé che non esistono fatalità tra i bambini né casi gravi", ha spiegato Villani andando così a "rasserenare genitori e nonni". "Quando e se un bambino presenta dei sintomi, soprattutto se non particolarmente importanti e sentendo sempre il pediatra curante, si stabilisce con lui il da farsi. Se invece il bimbo aveva problemi sanitari preesistenti, va portato in Pronto soccorso. Il coronavirus di per sé non rappresenta un problema per i bambini", ha specificato Villani.

"Il nostro Servizio sanitario ci permette di avere dati che poche altre nazioni possono avere", questo "rafforza la fiducia nel nostro Ssn che anche in questa occasione dà prova della sua efficienza. L'Italia è un caso mondiale, nel senso che tutti ci stanno imitando", ha dichiarato Villani spiegando che "le misure prese danno garanzia di ottenere il risultato auspicavamo, fermo restando che la cittadinanza rispetti tutto quello che è stato prescritto".

In conferenza stampa sono state date poi alcune indicazioni sull'uso delle mascherine e di altri presidi medici che vengono ormai a mancare da giorni. "Stiamo vivendo una emergenza straordinarissima che richiede una straordinaria attenzione. La preghiera è di usare i presidi di protezione personale solo quando necessari, perché vanno riservati a medici e infermieri", ha ricordato il presidente della Società italiana di pediatria. "Siete a conoscenza della difficoltà di reperimento" di mascherine e altri dispositivi di protezione individuale, "quindi bisogna farne un uso intelligente: riusare i guanti non ha non senso, così come usare una mascherina quando non serve".

Lombardia

"I dati anche oggi sono altalenanti: i positivi sono 19.884 (+2.171), gli ospedalizzati sono saliti a 7.387 (+182, ieri erano 332). 1.006 le persone ricoverate in terapia intensiva (+82). Continuano a crescere anche i decessi: sono 2.168 (+209)", ha dichiarato l'assessore al Welfare Giulio Gallera. Per quanto riguarda le province: "A Bergamo i casi sono 4.645 (+340), a Brescia 4.247 (+463, un incremento inferiore a quello di ieri ma significativo). Nel milanese 3.278 casi (+634, ieri erano circa 300): questo dato ci preoccupa. Solo a Milano città i contagiati sono 1.378", ha continuato Gallera.

"Sono molti gli ospedali in Regione che sono ormai al collasso. Siamo arrivati al punto in cui in molti presidi non ci sono più letti. Abbiamo bisogno di personale, che è oggi la maggiore criticità", ha spiegato l'assessore annunciando l'arrivo di personale medico dalla Cina e da Cuba. In particolare, i 53 tra medici e infermieri cubani che hanno combattuto l'ebola saranno dislocati a Crema. Prenderà invece il via domani l'ospedale da campo costruito a Cremona, mentre per quanto riguarda l'ospedale da campo degli Alpini che sarà realizzato nella fiera di Bergamo, "la tensostruttura sarà pronta in 72/96 ore - ha spiegato l'assessore alla Protezione Civile di Regione Lombardia, Pietro Foroni -. Poi ci vorrà il tempo per attrezzare i letti, ma si tratta di una struttura di eccellenza a livello internazionale".

"Stiamo facendo veramente di tutto come sistema sanitario, ma se non ci sono i cittadini che ci credono, non ci sarà efficienza del sistema sanitario e solidarietà dal mondo che ci consentirà di vincere questa battaglia. Come in una maratona gli ultimi chilometri sono più difficili ma ce la faremo e taglieremo il traguardo vittoriosi. Sono passate quasi due settimane, siamo stati in isolamento e pensavamo che fosse sufficiente, invece il traguardo è qualche chilometro più in là. Dobbiamo stringere i denti", ha concluso Gallera.

Ci sono ancora troppe persone che escono di casa. A lanciare l'allarme è il vicepresidente della Regione Lombardia, Fabrizio Sala. "Come giorno normale noi abbiamo considerato il 20 febbraio, prima dell'inizio dell'emergenza. Da lì abbiamo fatto le percentuali. Lunedì si muoveva il 43%. Siamo scesi al 42% negli ultimi due giorni. Un numero troppo alto. Domenica eravamo al 28% e sabato al 34% - ha aggiunto - quindi è evidente che incidono le attività economiche. Ma c'è ancora troppo movimento per rallentare il contagio. Da domani faremo un'analisi sulle fasce orarie per capire come comportarci in merito". Per quanto riguarda il campione, "fino a ieri lavoravamo su un 40%, oggi lavoriamo sull'80-85%. È assolutamente un dato apprezzabile e questa è la situazione", ha sottolineato Sala.

Lazio

"Siamo in guerra e stiamo combattendo. Abbiamo messo in campo 5 Covid Hospital per un totale di mille posti solo su Roma. L'andamento del trend nella nostra Regione è inferiore al 20%, ma nei prossimi giorni ci aspettiamo un lieve incremento".

Lo ha annunciato l'assessore alla Sanità e l'Integrazione Sociosanitaria della Regione Lazio, Alessio D'Amato. "Oggi registriamo un dato ancora costante con 99 casi di positività e 6 decessi", ha continuato D'Amato aggiungendo che 2.565 persone hanno terminato la quarantena.

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