Vincere una grossa cifra al Superenalotto per cambiare la vita, dimenticandosi del lavoro e godersi il futuro senza troppe preoccupazioni. È il sogno di tutti ma pochi ci riescono. Per indovinare la sestina vincente ci vuole tanta, tanta fortuna. Ma non sempre centrare il 6 significa felicità.
Ne sa qualcosa il vincitore di 35 milioni di euro che ha raccontato come è cambiata la sua esistenza dopo la vincita nel programma di Rai 1 “ItaliaSì!”. Intervistato da Marco Liorni nella sua abitazione, quello che molti considerano come il fortunato vincitore, a volto coperto ha confessato di vivere lontano dal suo paese perché lì tutti sanno del colpaccio. Per evitare problemi ora vivo in un comprensorio con la vigilanza. A mio figlio ho dovuto mettere una guardia del corpo.
La vittoria è stata, come ovvio che sia, frutto del caso. O forse un segno dall'alto. “Giocavo da tempo sempre gli stessi numeri ed erano numeri arrivati in sogno a mia madre”. La vita, però, è strana. Con i soldi sono arrivate inaspettatamente anche seccature.
“Ho fatto del bene a tanta gente, ho coperto debiti di amici. Ma adesso mi sento solo. Gli unici veri amici che ho sono quelli che non mi hanno mai chiesto un euro”, ha affermato l’anonimo vincitore che ha spiegato come anche come ha incassato la cifra. “Il biglietto vincente l’ho portato al direttore della banca sotto casa, lui mi ha dato un titolo e il giorno dopo sono venuti col portavalori a ritirare la schedina vincente”.
Con i soldi incassati, l’anonimo baciato dalla Dea bendata ha ammesso di essersi tolto molti sfizi ma ha pensato anche alle persone in difficoltà. “Un mio amico aveva un debito con la banca sono andato a cena a casa sua e gli ho fatto trovare sotto il piatto un mio assegno con i soldi che gli servivano a coprire il debito. Ad un mio amico ho pagato il mutuo".
“La cosa più bella- ha dichiarato con sincerità il vincitore del Superenalotto - è non avere preoccupazioni quando devi comprare qualcosa: se devo comprare la macchina ci metto 10 minuti”. Con i soldi ha realizzato anche un sogno: “Grazie alla vincita ci siamo potuti permettere la fecondazione assistita. Mia moglie a 51 anni ha avuto il nostro bambino”. Il desiderio che è rimasto tale è legato al calcio: “Stavo per comprare la Lazio, volevo comprare la Lazio”.
Per non farsi scoprire, il fortunato è andato al lavorare per tre settimane come se nulla fosse e, poi, quando non ce l’ha fatta più ha informato il
titolare che aveva trovato un altro impiego. Essendo passando attraverso questa esperienza, l’anonimo consiglia al vincitore dei 200 milioni di Lodi di “fidarsi di nessuno. Il 90% della gente che si avvicina e solo perché vuole soldi.”
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