Taranto, l'altoforno 2 del siderurgico non sarà spento

Una ordinanza del gup del tribunale pugliese accorda ad Arcelor Mittal il tempo per eseguire i lavori di manutenzione

Taranto, l'altoforno 2 del siderurgico non sarà spento

L'Altoforno 2 dello stabilimento siderurgico "Arcelor Mittal" di Taranto non si spegnerà. A deciderlo è stato il tribunale del riesame del capoluogo pugliese che con una ordinanza ha accolto l'istanza di proroga richiesta dai commissari dell'Ilva in amministrazione straordinaria (Corrado Carruba, Piero Gnudi ed Enrico Laghi). L'altoforno numero 2 dell'ex Ilva potrà quindi continuare a funzionare. Era la soluzione auspicata da parte della multinazionale franco-indiana che sta procedendo con i lavori che hanno l'obiettivo di eseguire ulteriori opere di messa in sicurezza dell'impianto strategico per la produzione d'acciaio.

Il 10 dicembre scorso il giudice monocratico del tribunale di Taranto, Francesco Maccagno, aveva ordinato lo spegnimento dell'altoforno più grande d'Europa e dal quale dipende gran parte della produzione realizzata all'interno della fabbrica tarantina; parliamo dell'impianto che, comunque, una delle più importanti fonti di inquinamento in una città dove la tutela dell'ambiente e della salute sembrano oramai un sogno quasi irrealizzabile. Ricordiamo che l'altoforno numero 2 finì nel mirino della magistratura del capoluogo pugliese nel 2015, dopo l'incidente in cui perse la vita l'operaio Alessandro Morricella.

Come si legge nella sentenza emessa poche ore fa dai giudici Giuseppe Licci, Tiziana Lotito e Giovanni Caroli, si concede la facoltà d'uso ad Arcelor Mittal, ma questo avviene a determinate condizioni. I magistrati chiedono, infatti, sei settimane "per l’adozione dei cosiddetti dispositivi attivi", nove mesi "per l’attivazione del caricatore automatico della massa appare nella Mat", dieci mesi "per l’attivazione del campionatore automatico della ghisa", quattordici mesi "per l’attivazione del caricatore delle aste della Maf e sostituzione della Maf". Insomma, si pretende il rispetto dei termini per la messa a norma dell'impianto.

In questo modo verrà annullata la decisione del giudice Maccagno e sarà automaticamente accolto, "nell'interesse di Ilva Spa in Amministrazione straordinaria", l'appello presentato lo scorso 17 dicembre dai commissari straordinari.

Ma nel complesso scacchiere delle vicende giudiziarie che riguardano il siderurgico di Taranto va segnalato il fatto che, questa mattina a Milano, Fabio Riva, ex proprietario dello stabilimento siderurgico prima che venisse commissariata, è stato assolto dall'accusa di bancarotta fraudolenta in relazione alla crisi dell'ex Ilva per una "totale carenza del compendio accusatorio". A scriverlo, il gup di Milano Lidia Castellucci.

Nell'ambito di questo processo, Fabio e il fratello Nicola si erano visti respingere da un altro gup una richiesta di patteggiamento rispettivamente a cinque e due anni. Nicola Riva aveva poi patteggiato tre anni, mentre Fabio aveva scelto la strada dell'abbreviato che lo ha portato a essere scagionato 'perchè il fatto non sussiste'.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica