Un operaio dello stabilimento siderurgico "Arcelor Mittal" di Taranto è stato licenziato perché ha pubblicato sul suo profilo Facebook un post in cui denunciava la mancanza di mascherine, guanti e gel igienizzante all'interno della fabbrica.
"Non è il primo caso, secondo noi è una strategia aziendale: punire chi, all'interno della fabbrica, esprime il proprio pensiero", ha dichiarato a ilGiornale.it Francesco Rizzo, segretario provinciale dell'Usb. "Questi episodi fanno capire le dinamiche di paura adottate dall'amministratore delegato, Lucia Morselli", continua Rizzo al telefono.
L'episodio, come ci racconta il sindacalista (nonché operaio di Ilva in amministrazione straordinaria in cassa integrazione), è accaduto il 14 marzo scorso. "Si tratta di un operaio con funzioni da impiegato, in pratica era un responsabile che gestiva cinque - sei persone all'interno del reparto 'Der 1'. Quel giorno, dopo le lamentele di alcuni lavoratori, ha fatto il giro dei magazzini alla ricerca disperata di gel igienizzante, guanti e mascherine. Non li ha trovati, perché non c'erano". L'ex dipendente ha poi commentato la mancanza dei dispositivi di sicurezza per il rispetto delle norme anti-contagio da Covid su Facebook. "Avrà anche usato toni coloriti, ma ha detto la verità" sottolinea Rizzo. Il post era stato pubblicato dall'operaio sul suo profilo privato, ma l'azienda lo ha letto e lo ha licenziato "smentendo quanto dichiarato dall'operaio, dichiarando il falso e sottolineando che il dipendente aveva leso il rapporto di fiducia" continua, ancora, il segretario provinciale dell'Usb.
Ma, dicevamo, non sarebbe il primo caso del genere all'interno dello stabilimento siderurgico più grande d'Europa in mano al colosso franco-indiano "Arcerlor Mittal". "Un operaio è stato licenziato perché ingiustamente accusato di aver filmato un video in cui un altro operaio, dimenticato sul tetto dei parchi minerali a settanta metri di altezza, chiedeva aiuto. Quell'uomo licenziato non ha girato il video e anche in quel caso l'azienda ha smentito l'episodio nonostante le immagini dimostrassero il contrario. Un altro è stato licenziato perché aveva denunciato la presenza di amianto". Insomma Mittal non è nuova ai licenziamenti stando a quanto ci fanno sapere dall'Usb che non è l'unico sindacato che si batte per i diritti degli operai.
Già il 27 febbraio scorso, all'inizio della pandemia (il giorno dopo si è registrato il primo caso in Puglia di Coronavirus, a Torricella), in una nota la Uilm aveva denunciato il fatto che mancassero le mascherine all'interno della fabbrica, come si legge sul quotidiano regionale "La Gazzetta del Mezzogiorno". E ancora, il 16 marzo scorso, stando a quanto dichiarato da Rizzo, tutti i sindacati di categoria in una nota congiunta chiedevano all'azienda i dispositivi di sicurezza per evitare il contagio da Coronavirus durante i turni di lavoro (al momento sono tre gli operai contagiati).
Intanto anche dalla Regione Puglia si esprimono in merito all'ultimo licenziamento. "Apprendiamo da fonti sindacali del nuovo provvedimento disciplinare di licenziamento adottato da Arcelor Mittal nei confronti di un suo lavoratore, sembrerebbe per aver quest'ultimo semplicemente espresso, su un social network, la sua opinione riguardante la situazione all'interno dello stabilimento siderurgico. Come già fatto in passato, non possiamo che biasimare questo comportamento da parte dell'azienda che persegue nel suo atteggiamento che appare fortemente penalizzante e punitivo nei confronti dei lavoratori che esprimono semplicemente la loro profonda preoccupazione per le condizioni in cui si trovano ad operare. Tra l'altro questo provvedimento giunge a pochi giorni dalla notizia, diffusa dalla stampa regionale, del reintegro disposto dal tribunale del Lavoro di Taranto, di un lavoratore ex Ilva ingiustamente escluso dall'assunzione in Arcelor Mittal, con conseguente condanna dell'azienda per condotta antisindacale" dichiara in una nota Mino Borraccino, assessore allo Sviluppo Economico della Regione Puglia.
Sul caso si è espresso anche il deputato tarantino per il Movimento Cinque Stelle, Giovanni Vianello, che ha dichiarato in una nota: "Se le informazioni diffuse da alcuni sindacati sulla dinamica che avrebbe portato al licenziamento di un altro operaio Mittal corrispondessero al vero, la circostanza rivelerebbe un atteggiamento alquanto intimidatorio da parte dell’azienda.".
Vianello chiede all'azienda di "rivedere la sua decisione" e conclude: "Alla luce delle circostanze restrittive che tutto il Paese sta affrontando, il licenziamento di un operaio assume una connotazione ancora più grave, a maggior ragione se avviene dopo l’espressione di una propria opinione legata alla preoccupazione per le attuali condizioni di lavoro.".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.