Ancora una testimonianza dal mondo dell'orrore dell'Isis. “So con certezza che l’Isis ha portato via bambini dai 3 ai 14 anni. (…) Io ho tre bambini: 3, 6 e 8 anni. Sono stati portati via anche loro, a Raqqa, insieme alle mie due mogli”. Questa è la sconvolgente rivelazione di Idris, un abitante di un villaggio vicino a Sinjar fuggito da una fossa comune, che racconta la sua testimonianza a Corrado Formigli, andato sul fronte iracheno sulle tracce del Califfato Nero.
La tratta delle donne e dei bambini. I rapimenti e i riscatti in tempo di guerra. Il genocidio degli yazidi per mano dell’Isis in Iraq. La testimonianza della moglie di Idris, rapita dagli uomini dello Stato Islamico mentre era incinta, costretta a fare la serva e picchiata ogni giorno perché non era disposta a convertirsi. I video e le foto dei suoi bambini obbligati a impugnare pistole e fucili e a recitare versetti del Corano.
Intanto dal fronte dell'Isis arrivano le cifre della morte. Venti Paesi, diciotto mesi e oltre 1.600 morti: questo il bilancio dell’azione dei terroristi dello Stato islamico (Isis) secondo dati calcolati oggi dal quotidiano francese Le Monde. In circa un anno e mezzo di attività, senza considerare le operazioni di guerra convenzionali contro gli eserciti in guerra e le esecuzioni in Siria e Iraq, l’Isis e tutti i gruppi terroristici che gli hanno prestato fedeltà - come Boko Haram - hanno causato la morte di di oltre 1.600 persone ai quattro angoli del pianeta, sommando gli attentati fuori dal suo territorio e l’esecuzione di ostaggi. I boia del sedicente Stato islamico hanno progressivamente esportato il loro campo di battaglia allargando lo spettro dei Paesi colpiti dagli attentati. Per numero di morti, il territorio francese è subito dopo quello egiziano il primo ad essere colpito fuori da quelli tradizionali come il Medio Oriente e i feudi africani di Boko Haram. E sempre Parigi è la città occidentale più colpita tra l’attentato di gennaio all’HyperCacher (Amedy Coulibaly si richiamò all’Isis mentre i fratelli Kouachi che perpetrarono la strage contro Charlie Hebdo dissero di agire per il ramo di Al-Qaida nello Yemen) e quelli di venerdì 13 novembre. Fatta eccezione per il Sudamerica tutti i continenti sono stati colpiti almeno una volta dai terroristi di ’Daesh’ o dai suoi simpatizzanti, che si si tratti di attacchi sul loro territorio o di loro cittadini all’estero. Sono però i Paesi del Medio Oriente e quelli africani vicini ai feudi di Boko Haram a pagare il più pesante tributo di sangue.
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