Tim, la mossa di Gubitosi: "Rimetto le deleghe al cda"

L'ad fa un passo di lato "per facilità la decisione su Kkr". Lascia la palla a Vivendi che oggi lo vorrebbe licenziare.

Tim, la mossa di Gubitosi: "Rimetto le deleghe al cda"

Ennesimo colpo di scena nella partita per la guida di Telecom Italia, che vede impegnati i francesi di Vivendi, azionisti di maggioranza con il 23,7% e l'ad della società Luigi Gubitosi. Il manager ha scritto una lettera dove si è detto pronto a rimettere le deleghe al cda per consentire a quest'ultimo una valutazione più «serena e rapida» della proposta di Kkr.


Oggi infatti Tim è impegnata in un board straordinario, chiesto dai francesi con i loro 5 consiglieri insieme ad altri 6 indipendenti (su 15 presenti), sulle strategie della società con il proposito di sfiduciare l'ad. Ma poi era arrivata la proposta del fondo Kkr per l'acquisto del 100% di Tim a 0,505 euro ad azione. Nonostante l'offerta, i francesi non si sono mossi dal loro proposito. E così alla vigilia del cda l'ad è uscito alla scoperto rivolgendosi direttamente ai consiglieri sollecitandoli a prendere visione della proposta di Kkr e a valutare gli effetti che l'eventuale successo dell'offerta potrà avere sugli interessi della società, sull'occupazione e sulla localizzazione dei siti produttivi. Per Gubitosi il consiglio deve agire nell'interesse di tutti i soci a tutela del mercato, e cioè anche degli azionisti di minoranza, e di tutti gli stakeholders (creditori, dipendenti, ecc..). Nella lunga lettera ha richiamato quanto avvenuto il 21 novembre scorso nel cda dove veniva data notizia dell'offerta di Kkr. «L'idea, ventilata da alcuni consiglieri di non inserire il prezzo nel comunicato, di non precisare le condizioni, o addirittura di non emettere un comunicato, dimostrano la totale mancanza di rispetto verso il mercato che non può appartenere alla cultura di Tim. E la stessa trattazione dell'argomento dell'offerta, tra gli ultimi punti dell'ordine del giorno del cda di oggi può dare un senso di scarsa priorità». E ha concluso parlando di sé: «Le non troppo velate accuse che mi sono state rivolte in relazione alla mia presunta vicinanza a Kkr, oltre ad essere totalmente fuori luogo e false come ho ripetutamente fatto presente, non devono essere utilizzate strumentalmente per rallentare il processo di esame della indicazione di interesse».


Ma perchè Gubitosi ha scritto questa lettera? Per prevenire la sfiducia del cda o per riconquistarla? Persone vicine all'ad reputano che sia stata fatta per estrema trasparenza anche perchè non si tratta di dimissioni - che infatti non ci sono state né dal consiglio, né dall'azienda, dove Gubitosi è anche direttore generale - ma solo di remissione delle deleghe. Per l'ad «l'ultima parola sull'offerta spetta ai soci e il cda deve rigorosamente attenersi alle regole». In realtà sulla questione anche il governo potrà dire la sua essendoci una Golden Power che tutela gli asset strategici come la rete, Sparkle e Telsy. Il premier Mario Draghi, che oggi incontrerà il presidente francese Macron, sulla questione, ha detto soltanto che il governo valuterà tre elementi: la protezione dell'occupazione, della tecnologia, e dell'infrastruttura di rete. Mentre di fatto si sta assistendo al tentativo di un gruppo francese di cacciare l'ad italiano da Tim. E ieri Vittorio Colao ministro dell'Innovazione contrario alla realizzazione di una rete unica tra Tim e Open Fiber, ha affermato che il governo segue «gli sviluppi della vicenda, interessato a preservare la sicurezza del Paese e lo sviluppo dell'infrastruttura».


Secondo gli analisti, sarà difficile per il cda approvare un ribaltone al vertice prima di aver esaminato a fondo la proposta e ammettere Kkr a alla due diligence sui conti. Dall'offerta, in quattro giorni, le azioni Telecom sono salite del 40% portandosi a ridosso del prezzo di Opa a 0,505 euro ad azione.

Cifra che potrebbe essere ritoccata all'insù per allettare Vivendi. Anche se il patron, Vincent Bollorè, pare non interessato a cedere per giocare la strategica partita della rete unica. Oggi alle 15, in cda, l'ardua sentenza.

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