Volete diventare insegnanti? Cambia tutto: cosa serve

Volete diventare insegnanti? Cambia tutto: cosa serve

Tirocino, crediti e una formazione post-laurea ad hoc. È quanto emerge, in estrema sintesi, dalla bozza di Pnrr relativa alla "Riforma della formazione iniziale e continua e del reclutamento degli insegnati" presentata quest'oggi dai ministri dell'Istruzione Patrizio Bianchi e dell'Università Cristina Messa. Tra le novità più rilevanti vi è la possibilità di un aumento in busta paga per i docenti che decideranno di partecipare, su base volontaria, a dei corsi di "formazione in servizio".

Crediti e tirocino

Dal 2024 per insegnare alle scuole medie e superiori bisognerà seguire un percoso di formazione post-laurea, a numero chiuso, come quello previsto per gli insegnanti di sostegno. Dunque non basterà più la laurea magistrale nella materia di preferenza ma sarà necessario un anno di studio aggiuntivo con tanto di tirocinio ed esame finale. Inoltre, gli aspiranti professori dovranno conseguire 60 crediti formativi in discipline psico-pedagogiche e antropologiche. Al termine del percorso, e a seguito del superamento dell'esame finale, si otterrà l'abilitazione e quindi la possibilità di accedere ai concorsi nelle Scuola Pubblica.

La Riforma

Come ben precisa il Corriere.it, è molto improbabile che il provvedimento, rientrante nel piano di riforme del Pnrr, sia pronto già per fine giugno dal momento che ci sono ancora diversi punti da definire e chiarire. Per certo la bozza riprende, a grandi linee, lo schema delle vecchie Ssis (abolite nel 2009) e, soltanto in parte, la riforma della "Buona Scuola" proposta dall'ex premier Matteo Renzi. In buona sostanza, gli aspiranti docenti dovranno formarsi presso le università per ottenere l'abilitazione professionale seguendo un percorso che si basa sul meccanismo dei crediti formativi. Discorso leggermente diverso, invece, per gli studenti che abbiano scelto un corso di laurea orientato all'insegnamento: potranno accumulare crediti a partire dal biennio finale di studi. Quanto agli insegnanti precari è prevista la possibilità di accedere al concorso senza formazione aggiuntiva purché abbiano insegnato per almeno 36 mesi.

L'aumento in busta paga

Tra le novità più rilevanti vi è la "formazione in servizio", ovvero, la possibilità di continuare ad aggiornarsi anche dopo aver ottenuto un contratto presso la scuola pubblica.

L'idea dei ministri Binachi e Messa - naturalmente si tratta di una bozza ancora da definire - è quella di promuovere dei corsi di formazione a cui i professori potranno partecipare su base volontaria. Nello specifico, si tratta di cinque percorsi diversi - della durata quadriennale - che garantiranno una premialità riconoscendo scatti di anzianità più brevi.

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