La guardia di finanza di Torino ha smantellato un’organizzazione in grado di gestire un giro di permessi di soggiorno irregolari, fatti rilasciare sulla base di falsi tirocini aziendali.
L’indagine, coordinata dalla procura della repubblica di Torino, si è chiusa all’incirca a metà di settembre, ed ha portato oggi alla denuncia di 7 organizzatori e 30 datori di lavoro fittizio. Per gli incriminati la contestazione del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e falso ideologico. A gestire il losco affare, secondo quanto riferito dagli inquirenti, sarebbero stati una cinese residente a Milano ed un avvocato di Genova.
Il primo passo per l’organizzazione era quello di trovare cittadini disposti ad emigrare attraverso degli annunci lasciati su chat cinesi, con la proposta di partecipare a falsi tirocini aziendali. Il costo dell’intera pratica, per chi interessato, poteva oscillare tra i mille ed i 3mila euro.
Il gradino successivo prevedeva invece l’individuazione di aziende in crisi economica, più facili da persuadere a prestarsi all’organizzazione di una finta ricerca di tirocinanti. Dietro il pagamento di una cifra compresa tra 700 e mille euro per ogni pratica, le ditte si occupavano di presentare finte domande di tirocinio presso i locali centri per l’impiego.
Tra i 37 indagati risulta anche il titolare di uno studio di consulenza del lavoro, ingranaggio fondamentale del gruppo criminale. Quest’ultimo si occupava, infatti, di gestire tutta la burocrazia sottesa alle domande di tirocinio, comprese le dichiarazioni di ospitalità, ovviamente fittizie.
Trattasi di quella certificazione atta a documentare la disponibilità di alloggio da parte dei cittadini cinesi, necessaria per richiedere il rinnovo dei permessi di soggiorno.Fino ad ora le indagini hanno accertato la conclusione a buon fine di 9 ingressi irregolari, ma i numeri sono ancora incompleti.
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