Per contenere la diffusione del nuovo coronavirus, le disposizioni e le misure necessarie sono state chiare: niente assembramenti, obbligo di mantenere la distanza di sicurezza tra persone e dovere di rimanere a casa, salvo uscite necessare. Eppure a Settimo Torinese, in provincia di Torino, un gruppo di fedeli ha deciso di riunirsi in un magazzino per pregare vista la temporanea chiusura delle chiese della zona. È accaduto nei giorni scorsi.
Il magazzino
Secondo quanto riportato da La Stampa, i 30 fedeli individuati nell'area, contravvenendo alle disposizioni imposte dal governo per contenere i contagi causati dal Covid-19, una volta individuati, avrebbero replicato: "Hanno chiuso le chiese e ci siamo trovati qui a pregare Dio". Il gruppo si era radunato in un magazzino adibito al deposito merci (che attualmente risultava vuoto) all'interno della Città commerciale Piemonte, un'area del paese in via Torino.
La scoperta della polizia
Al loro arrivo nella struttura alle porte del capoluogo piemontese, gli agenti della polizia municipale si sono trovati davanti uomini e donne, tutti di nazionalità italiana e tutti di fede cattolica, ammassati in pochi metri quadrati di spazio. In base alle prime informazioni, nel magazzino non erano presenti soltanto persone di Settimo Torinese, ma anche cittadini di altri comuni del circondario e anche dal capoluogo. Tra loro era presente anche un parroco e non è stata esclusa la presenza di un diacono.
Il sospetto della guardia giurata
Secondo quanto riferito dal quotidiano, le 30 persone coinvolte, sarebbero entrate nella struttura poco alla volta, per non destare troppa attenzione e per non dare l'impressione che all'interno del magazzino ci fosse un assembramento. Il primo a essersi insospettito, però, è stato una guardia giurata presente nell'area che, notando la strana presenza di cose tante persone, ha deciso di avvertire subito la polizia municipale.
La denuncia e le ricerche
Tutte le persone saranno denunciate per avere violato il decreto firmato dal presidente del Consiglio nei giorni scorsi, che ha vietato categoricamente ogni tipo di assembramento.
Come riferito dal quotidiano, tra i fedeli trasgressori c'era sicuramente la persona in possesso delle chiavi del magazzino e gli agenti, in queste ore, stanno cercando di risalire al proprietario dello stabile, in quanto il lovale non risulterebbe legato alla Città commerciale Piemonte. L'area, infatti, comprende attività all'ingrosso per lo più del settore di abbigliamento, oltre a circa 30 magazzini per stoccaggio merci (compreso quello utilizzato come luogo di culto nei giorni scorsi).
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