Toscana, profughi in rivolta: "Vogliamo tornare a Trapani a fare l'acquagym in piscina"

In Sicilia i profughi, ospiti di un albergatore che avrebbe dovuto provvedere alla loro sussistenza, lavoravano a nero

Toscana, profughi in rivolta: "Vogliamo tornare a Trapani a fare l'acquagym in piscina"

"Fateci tornare a Trapani a fare l'acquagym". Una battuta che ha del grottesco: un gruppo di profughi ospitati in una struttura dell'Appennino pistoiese si sarebbe presentato in Questura per protestare per le condizioni di accoglienza riservate loro.

La vicenda avrebbe avuto inizio oltre un anno e mezzo fa, quando i profughi sarebbero stati ospitati, per venti mesi, in una struttura siciliana che avrebbe messo a loro disposizione addirittura la piscina. Quindi, poche settimane fa, il trasferimento in una struttura di montagna sui rilievi toscani, a Maresca: trasferimento che però non sarebbe stato gradito, al punto da spingere gli immigrati a una protesta che ha del clamoroso.

Lo svela un'inchiesta de La Nazione, che racconta come la cooperativa "Gli altri" di Pistoia abbia deciso di porre un freno alle richieste dei richiedenti asilo: "E’ gravissimo che quei ragazzi siano stati abituati a pensare che l’Italia sia il paese del Bengodi e possano vivere in una eterna vacanza", spiega il reponsabile dell'area intercultura Roberto Niccolai.

Dalla coop toscana rivelano inoltre un altro particolare assai grave: già in Sicilia i profughi avrebbero preso a lavorare in nero, in palese violazione di ogni regola sull'asilo. "Mancano norme serie e una gestione univoca dell’accoglienza - denuncia ancora Niccolai - Nel caso dei profughi di Trapani ora a Maresca, ci troviamo di fronte a una prima accoglienza improvvisata. Quei ragazzi, ospiti di un albergatore che avrebbe dovuto provvedere alla loro sussistenza, lavoravano a nero cinque volte a settimana, un giorno per il loro ospite e un altro pascolando le pecore. Il resto della settimana lo trascorrevano senza fare nulla e senza neppure imparare l’italiano."

Ai 106 ospiti è stato fatto firmare un contratto di accoglienza: "Quando quei ragazzi sono arrivati a Maresca abbiamo spiegato loro che avrebbero dovuto seguire dei corsi d’italiano e professionalizzanti. Diritti, ma anche doveri. Questa è la regola. È chiaro che per loro è stato un trauma", chiosano dalla coop.

Eppure già ci sono i primi problemi: un nigeriano è

stato "pizzicato" a lavorare come parcheggiatore abusivo. Pur beneficiando di un programma di accoglienza destinato ai senza reddito, sarebbe riuscito ad inviare in Africa circa 300 euro al mese. Subito è stato allontanato.

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