Tracollo Eur Spa, svendita totale per finire la Nuvola di Fuksas: servono 133 milioni

Eur Spa è a rischio bancarotta e per completare i lavori sarà messa all’asta parte del patrimonio

Tracollo Eur Spa, svendita totale per finire la Nuvola di Fuksas: servono 133 milioni

Patrimonio Eur Spa in svendita per completare la Nuvola di Massimiliano Fuksas. L’ente rischia la bancarotta e proprio oggi (alle 15.00) è convocata l’assemblea degli azionisti per mettere all’asta parte degli immobili di proprietà aziendale. Il ricavato andrà a ripianare i debiti accumulati per sostenere la costruzione del discusso centro congressi all’Eur, il cui progetto – in cantiere dal lontano 1998 – è ancora grottescamente lontano dal compiersi.

I costi di realizzazione sono lievitati e servono ancora soldi. Non pochi: per la precisione, 133 milioni di euro. Soldi che Eur Spa, al momento, non ha. La società, ricordiamolo, è pubblica, essendo controllata per il 90% dal Ministero dell’Economia e delle Finanze e per il 10% dal comune di Roma. I soci, riuniti per “garantire la continuità aziendale e la copertura finanziare delle opere in corso” saranno dunque chiamati alla modifica dello statuto sociale (all’articolo 4), così da poter procedere alla messa in vendita delle proprietà per far cassa.

“Che il carrozzone di Eur Spa fosse un pozzo senza fondo di debiti e corruzione era noto e denunciato dalla FP Cgil da mesi” è la denuncia della Fp Cgil, che in un duro comunicato si oppone all’operazione (“scellerata”) prossima a compiersi. Il riferimento è chiaro: il coinvolgimento nell'inchiesta Mafia Capitale dell’ex ad Riccardo Mancini e dell’ex direttore commerciale Carlo Pucci.

Nella nota firmata dal sindacato si legge quale sia il patrimonio pubblico in (s)vendita, : “Adesso - per sanare i debiti di 130 milioni contratti con le banche per la costruzione della Nuvola di Fuksas, Eur spa propone di vendere, attraverso Invmit, Istituto di "valorizzazione e cessazione del

patrimonio pubblico" del MEF, sei edifici di enorme valore e in cui sono alloggiati, tra gli altri, il museo Pigorini, il Museo dell'Alto Medioevo, l'Istituto centrale per la Demoetnoantropologia e lo stesso Archivio di Stato”.

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