Traffico di droga. È questa l’accusa a carico di più di cinquanta persone coinvolte nell’inchiesta della Dda di Lecce. I magistrati, grazie alla collaborazione della Guardia di Finanza, sono riusciti a sgominare un gruppo criminale italo-albanese che trasportava droga dai Balcani fino in Puglia per poi smerciarla in tutto lo Stivale e all’estero. Soddisfazione per l’esito del blitz è stata espressa dal Ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede.
Due italiani e due albanesi, residenti in Provincia di Brindisi, sono stati oggetto di una ordinanza di custodia cautelare emessa dalla Procura di Lecce, mentre altre 51 persone, di varie località italiane, sono state indagate per traffico di stupefacenti. Le indagini hanno portato anche al sequestro in diverse città (Bolzano, Livorno, Lecce) di circa 600 chili di marijuana, 21 di hashish, 2 di cocaina e 32 di eroina. Ai presunti membri della banda italo-albanese, sono stati sequestrati anche dei natanti e altri mezzi impiegati nel trasporto della merce illegale attraverso l’Adriatico. La Procura salentina ha precisato che le informazioni emerse nel corso delle indagini sarebero estremamente utili per ricostruire il tragitto che "muli", scafisti e narcotrafficanti percorrono per inondare di polvere bianca tutto il "vecchio continente".
Dagli atti dell’inchiesta emerge il fatto che l’organizzazione avesse “proiezioni operative” nel Nord Italia, in Sardegna e in Basilicata. La stessa cellula criminale avrebbe offerto supporto logistico a diversi clan albanesi, aiutandoli a trasportare via mare la droga fino in Italia e individuando gli alloggi-rifugio per gli scafisti.
Un ulteriore elemento inquietante al centro dell’inchiesta è il fatto che la banda italo-albanese si rifornisse di cocaina in territorio belga, probabilmente approfittando della complicità di gruppi delinquenziali locali e della scarsa vigilanza delle autorità di Bruxelles.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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