Traini chiede scusa in aula: "Ho capito che il colore della pelle non c'entra"

Si avvia alla conclusione il processo, con rito abbreviato, nei confronti di Luca Traini, che nel febbraio scorso mise in atto un raid a Macerata, esplodendo vari colpi di pistola e ferendo sei nordafricani

Traini chiede scusa in aula: "Ho capito che il colore della pelle non c'entra"

Il 3 febbraio 2018 Luca Traini seminò il panico a Macerata, ferendo a colpi di pistola sei nordafricani. Stamani è ricomparso davanti alla Corte d’assise per la quinta udienza del processo (con il rito abbreviato) che lo riguarda. Deve rispondere di strage, tentato omicidio plurimo e danneggiamenti aggravati dall’odio razziale: rischia una condanna da 7 a 24 anni, a seconda dei reati che gli saranno riconosciuti.

In aula Traini con una dichiarazione spontanea ha chiesto scusa, prima della requisitoria del pm: "In carcere ho capito che il colore della pelle non c'entra... Volevo giustizia per Pamela". "Ringrazio comunque le forze dell'ordine per quello che fanno per Macerata". Poi ha assicurato di non provare "odio razziale, volevo fare giustizia contro pusher per il bombardamento di notizie sullo spaccio diffuso anche a causa dell'immigrazione: anche la mia ex fidanzata assumeva sostanze. In carcere ho maturato una nuova cognizione dei fatti". Poco dopo si è soffermato sul suo passato: "Ho avuto un'infanzia difficile, ma non sono né matto né borderline".

In un precedente interrogatorio Traini aveva detto di non rinnegare nulla di ciò che aveva fatto. Con le dichiarazioni rese oggi, dunque, vira su una linea decisamente più morbida e conciliante.

Le parti ammesse alla discussione sono 15: oltre all’accusa e alla difesa, ci saranno le 13 le parti civili e, tra queste, otto cittadini nordafricani, coinvolti dalla sparatoria, il Comune e il Pd locale, la cui sede fu presa di mira dalla pistola di Traini.

Nei giorni scorsi è finito in carcere uno dei nordafricani feriti: Gideon Azeke. Aveva precedenti per spaccio e ha aggredito gli agenti durante un controllo, ingoiando un involucro che gli inquirenti sospettano contenesse droga.

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