Passeggiare a Roma, da qualche tempo a questa parte, significa spesso fare lo slalom tra i cumuli di spazzatura che invadono le strade e i marciapiedi. Non sarebbe tollerabile nemmeno in periferia, dove gli abitanti pagano comunque le tasse per ricevere il servizio di smaltimento, ma quando a essere ricolme di sacchetti (e non solo) sono le strade del centro e del centro storico della Capitale è evidente che ci si trova davanti a un problema serio. I cittadini sono stanchi di essere costretti a evitare sacchetti, anche aperti con tutto ciò che ne consegue, mentre camminano per Roma e ora hanno deciso di fare istanza dal Comune per chiedere il taglio delle tasse versate.
Il concetto sul quale si basano i romani, infuriati per lo stato di degrado in cui versa la loro città, è molto semplice: perché pagare per intero quando si riceve un servizio non adeguato? Come riporta il quotidiano il Messaggero, la rivolta dei cittadini è partita e dal centro alle periferie i romani sono pronti a far valere i loro diritti su quella che ormai, dalla maggior parte dei residenti della Capitale, viene considerata una "tassa ingiusta". E non è da biasimare chi la percepisce in questo modo, se quando apre la porta di casa si trova inondato dal tanfo della spazzatura e dalla visione di decine di sacchetti di spazzatura. E lo scenario è lo stesso ovunque, davanti alle scuole e ai negozi, nelle piazze più frequentate dai turisti. Ci sono cumuli perfino nei pressi dei ristoranti e con il caldo estivo è facile immaginare quali odori possano sprigionarsi, soprattutto durante le ore più calde del giorno, proprio quelle che coincidono con la pausa per il pranzo.
È impossibile pensare che il Comune di Roma possa accettare la proposta di riduzione delle tasse, visto che il servizio viene interamente pagato con i soldi dei cittadini. Senza la tariffa intera attualmente versata nelle casse comunali, il rischio è che il servizio possa ulteriormente peggiorare, con conseguenti ulteriori disagi per la popolazione. A seguire i cittadini c'è l’avvocato Claudio Cricenti, dell’ufficio legale del Codacons: "Queste sentenze hanno valore sociale: riconoscono che un tributo come la Tari debba essere pagato quando c’è un adeguato corrispettivo di servizio, come prevede un principio introdotto dalle legge 147 del 2013. Se dalla carenza del servizio deriva anche un danno per la salute e l’ambiente, è giusto chiedere il taglio della tariffa".
Sul principale banco degli imputati in questa vicenda c'è la mancata raccolta differenziata.
Molti romani mettono sotto accusa anche le numerose strutture ricettive della Capitale, in particolar modo i b&b, che non sarebbero particolarmente oculati nella raccolta. Ma il problema è grave per la città, che deve trovare rapidamente una soluzione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.