Crescono i dubbi sul colpo di Stato turco. Come ha ben sottolineato Mauro Indelicato, come mai l'esercito «chiamato a prendere il potere con la forza non ha usato la forza» e ha subito ceduto dopo appena tre ore dall'inizio del colpo di Stato? Aggiungo: come mai Erdogan non è stato mai realmente in pericolo? E come mai quella perfetta organizzazione di piazza con migliaia di bandiere turche sventolate dai militanti del partito subito pronte all'uso?
Di certo si sa che a poche ore dal mancato golpe, Erdogan ha ordinato la destituzione di ben 2.745 giudici, l'arresto di uno dei 17 giudici della Corte costituzionale, di nove membri della Corte suprema, e di dieci componenti del Consiglio di Stato. Sono stati destituiti dall'incarico anche cinque membri del Consiglio superiore della magistratura turco. Questa è la notizia più inquietante e più sospetta. Se infatti l'arresto di oltre 2.800 militari, fra cui molti generali, e colonnelli, può essere spiegato con il presunto coinvolgimento nel tentato golpe, non si comprende la purga di buona parte della magistratura, le cui responsabilità non sono state in alcun modo provate e che ha invece la colpa, agli occhi di Erdogan, di ostacolare la nascita della riforma presidenziale, che è ormai l'obiettivo principale del leader turco. La modifica della Costituzione da lui fortemente voluta è destinata infatti a concentrare molte prerogative nelle sue mani.
E proprio qui nasce una suggestione inquietante. Il 1° gennaio 2016, durante il suo viaggio in Arabia Saudita, Erdogan dichiarò che la «Germania di Hitler era un esempio» del presidenzialismo che aveva in mente. Curioso paragone: fra i tanti possibili, Erdogan citava un esempio molto particolare. Di certo quel periodo storico e quella esperienza politica dovevano avere attirato la sua attenzione.
Ma come nacque quel presidenzialismo, indicato da Erdogan come un modello? Hitler ancora nel 1934 era semplicemente cancelliere. La Germania era una repubblica presidenziale con un presidente eletto che aveva, fra l'altro, il comando dell'esercito. Quel presidente era Hindenburg. Nel giugno del 1934 le condizioni di salute di Hindenburg si aggravano, Hitler sconta nel contempo l'opposizione interna di Röhm e delle Sa, potente organizzazione paramilitare che pretende di rimanere autonoma rispetto al partito. Dunque si presenta a Hitler la opportunità di concentrare nella sua persona tutto il potere, cambiando la Costituzione. Bisogna prima eliminare l'ostacolo rappresentato dalle squadre d'assalto e dal suo leader e nel contempo togliere di mezzo alcuni oppositori esterni al partito.
Verso la fine di giugno del 1934, dunque, si inizió a insinuare, con un'abile campagna di disinformazione, che Röhm e le Sa stessero preparando un colpo di Stato. In verità al putsch non credevano nemmeno acerrimi nemici delle squadre d'assalto, come i generali Von Reichenau e Von Kleist. Nel frattempo Röhm convoca i vertici delle Sa a Bad Wiessee in Baviera per il 30 giugno. In quella notte si sparge la notizia che alcuni reparti delle Sa sarebbero scesi per strada, rientrando peraltro presto nelle caserme. Hitler piomba personalmente a Bad Wiessee, ordina l'arresto dei vertici delle Sa e scatena una durissima repressione che porterà all'annientamento del corpo paramilitare, all'uccisione di centinaia di potenziali oppositori interni, fra cui Röhm, e all'eliminazione di generali dell'esercito contrari a Hitler, di esponenti della destra non nazionalsocialista e persino dei vertici dell'Azione cattolica.
A quel punto era spianata la strada per assumere i pieni poteri.
A distanza di un mese Hindenburg muore e Hitler, senza più oppositori interni ed esterni al partito, decide di riassumere le cariche di presidente della Repubblica e di cancelliere nella nuova figura di Führer, capo assoluto del Reich.Se questo è il modello a cui Erdogan avrebbe dichiarato di volersi ispirare, non è improprio ipotizzare che quel modello abbia anche suggerito le modalità per arrivarci.
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