Tutti i segreti della molecola dell'immunità innata

Una specifica molecola, l'Mbl, è in grado di bloccare naturalmente il Covid e altre tipologie di virus e batteri: ecco la scoperta e quali sono le sue proprietà

Una ricercatrice  del laboratorio di ematologia, oncologia e medicina molecolare
Una ricercatrice del laboratorio di ematologia, oncologia e medicina molecolare

Proprio pochi giorni fa ci siamo occupati dell'immunità innata, una barriera "invisibile" che protegge dal Covid e dalle sue varianti ed è costituita da alcuni anticorpi naturali presenti nel nostro organismo sin dalla nascita. I ricercatori hanno scoperto una molecola specifica, l'Mbl (Mannose-Binding Lectin, letteralmente "Lectina legante il mannosio") che agisce in maniera naturale se si contrare Sars-CoV-2 legandosi alla proteina Spike del virus riuscendolo a bloccare.

Le proprietà della molecola

"Abbiamo scoperto che Mbl, un antenato degli anticorpi, riconosce il virus e ha attività antivirale", ha affermato al Corriere il prof. Alberto Mantovani, Direttore scientifico di Humanitas e Professore Emerito di Humanitas University. Il meccanismo da capire è come mai per alcune persone funziona e per altre no. Alcuni fattori, comunque, predispongono la molecola affinché possa attivarsi tra cui età, stile di vita, dipdendenza o meno dal fumo, obesità e genetica. "Chi ha varianti sfavorevoli di Mbl è più a rischio di avere la malattia grave. L'immunità innata è fondamentale anche per il cancro".

Conoscere Mbl

Mbl affonda le proprie radici tra la fine dell'800 e inizio '900 quando le lectine vengono identificate per la prima volta nelle piante. In seguito, la presenza di questa molecola è stata scoperta con funzioni regolatrici degli organismi animali. Negli anni '70, invece sarà isolata per la prima volta nei mammiferi: nel 1978 nei conigli e nel 1983 sull'uomo. La cosa interessante è che originariamente, queste lectine non avevano funzione immunitaria ma lo sono diventate successivamente grazie a complessi meccanismi di evoluzione biologica. Adesso, a tutti gli effetti, fanno parte dei "recettori dell’immunità innata", in pratica gli antenati degli anticorpi.

Gli "invincibili" del Covid

In un approfondimento del Giornale.it, abbiamo intervistato il prof. Giuseppe Novelli, genetista e rettore dell'Università degli Studi di Roma "Tor Vergata, che ci ha spiegato come, oltre alla genetica che svolge un ruolo fondamentale, il primo "muro" che incontra il virus quando prova ad attaccare l'organismo è l'interferone. Ma come agisce, nello specifico, l'Mbl? Attivando il cosiddetto "sistema del complemento", in pratica un insieme di poche decine di altre proteine tese che si aggregano per perforare "la membrana cellulare del bersaglio microbico e lo uccidono per lisi (scioglimento)". Questa dinamica, spiegano gli studiosi, "si svolge al confine tra sistema immunitario innato e acquisito (o adattativo), dato che il riconoscimento dei Pamp (patter molecolare associato al patogeno, ndr) innesca una cascata coinvolgente gli anticorpi e il processo infiammatorio". Queste molecole riconosco qualsiasi virus oltre a batteri e certi tipi di funghi.

"L'inganno" del virus

Attenzione, però, perché i virus non sono così sprovveduti: la loro "arte" per eccellenza è mimetizzarsi, come nel mondo animale fanno i camaleonti, eludendo in questo modo le nostre difese immunitarie. Un esempio è dato dal virus Ebola, per il quale anche l'Mbl fa molta fatica a fermare. Il nostro organismo, però, ha pronto una contro-offensiva: una variante genetica che sotto-esprima Mbl, per togliere al virus una possibile via d’ingresso alle cellule dell’organismo. La chiave del successo di questa molecola consiste nel suo polimorfismo, cioé quando due o più fenotipi esistono contemporaneamente. Purtroppo, però, se per il virus dell'Hiv un deficit di Mbl sembrerebbe aumentare fra tre e otto volte il rischio di contrarre la malattia, ai Tropici alcune varianti di questa molecola producono un vantaggio funzionale verso gli agenti patogeni.

Insomma, la materia è complessa e va maneggiata con cura: le evidenze scientifiche generali, comunque, stanno dimostrando che "un deficit di espressione di Mbl (e il suo impatto nell’immunomodulazione, cioè in una corretta risposta immunitaria complessiva) è riscontrato in

diverse patologie, anche gravi", scrivono i ricercatori; viceversa, si è maggiormente protetti come ha spiegato il Prof. Mantovani. Queste scoperte possono gettare le basi per cure ad hoc contro ogni tipologia di virus.

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