Tutto uguale, perché litigare?

Non è cambiato molto né nello scenario politico europeo né in quello del governo italiano in attesa del rimpastino estivo

Tutto uguale, perché litigare?
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Dopo la votazione che ha confermato al governo dell'Europa Ursula von der Leyen e la sua compagine di centrosinistra allargata ai Verdi, Matteo Salvini e Antonio Tajani se le stanno dando pubblicamente di santa ragione. Il primo ad accusare il secondo di inciucio con la sinistra, il secondo a evidenziare «l'irrivelanza politica» dello schieramento di cui fa parte la Lega. Polemica un po' stucchevole ma soprattutto incomprensibile. Già, perché in realtà nulla, ma proprio nulla, è cambiato rispetto a prima delle elezioni europee, ma neppure rispetto alle Politiche del 2022 che hanno visto i due partiti in questione andare d'amore e d'accordo. Da sempre infatti Forza Italia in Europa fa parte del Partito Popolare (una sorta di Dc globale) che da sempre governa da posizione di forza con i socialisti; da sempre in Europa la Lega sta all'opposizione in modo duro e puro, come pure Fratelli d'Italia. In molti hanno sperato che le recenti elezioni europee potessero mischiare le carte e permettere nuove alleanze. Qualche cosa si è mosso, ma non a sufficienza per immaginare nuove e diverse alleanze e in democrazia i numeri contano più delle parole. Quindi nulla è cambiato, i tre partiti del centrodestra italiano si ritrovano più o meno a recitare la stessa parte di prima. Quindi perché tanto agitarsi, stiamo parlando del nulla? Se escludiamo che Salvini e Tajani siano stati colpiti contemporaneamente da un colpo di caldo, è ovvio che la tensione non riguardi il posizionamento dei rispettivi partiti in Europa, ma sia solo un pretesto per lanciarsi segnali di sfida su quello che succede o che potrebbe succedere in Italia.

E qui si entra nel campo delle ipotesi: rimpastino di governo in vista per via di alcune uscite spontanee (se Fitto dovesse andare in Europa si riaprirebbe la partita per la gestione dei fondi Pnrr) o forzate da iniziative giudiziarie (caso Santanchè, ma forse non solo); vedute divergenti su come impostare a settembre una manovra finanziaria che si annuncia in salita per la scarsità di risorse. Il vero motivo di questa inutile lite lo capiremo presto, ma quello che è certo è che a prescindere le liti non le capiscono gli elettori. Consiglio non richiesto, piantatela lì fino a che siete in tempo.

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