Uccise un uomo con 13 coltellate, senegalese libera dopo tre anni

La diciannovenne senegalese che uccise un 63enne in provincia di Siena con 13 coltellate ha terminato il proprio percorso di recupero, dopo sei mesi di carcere e poco meno un triennio in comunità: il giudice minorile si pronuncerà per l'estinzione del reato di omicidio volontario

Una pattuglia dei carabinieri di Siena (foto di repertorio)
Una pattuglia dei carabinieri di Siena (foto di repertorio)

Nel 2019, quando aveva solo 16 anni, uccise un 63enne accoltellandolo per ben 13 volte. E dopo poco meno di tre anni trascorsi in una comunità per minori di Civitanova Marche, può considerarsi libera: salvo sorprese, il tribunale dei minori dichiarerà estinto il reato di omicidio volontario.

Protagonista della vicenda è una senegalese oggi 19enne, che pochi giorni fa ha terminato il proprio percorso indicato dal giudice minorile ed è dunque stata rilasciata. La vicenda iniziò ormai un triennio fa: la giovane e i suoi familiari condividevano un appartamento a Castelnuovo Berardenga (in Toscana, nella provincia di Siena) con un ex-operaio di 63 anni. Stando a quanto ricostruito all'epoca dagli inquirenti, fra i due non doveva esserci particolare empatia, visto le frequenti discussioni anche per futili motivi.

E al termine dell'ultimo confronto piuttosto acceso, la giovane prese una coltello e aggredì l'uomo con tredici coltellate, lasciandolo a terra esanime. Inutili furono i tentativi dei soccorritori: all'arrivo dei sanitari, l'aggredito giaceva al suolo ormai privo di vita, in una pozza di sangue. Era il gennaio del 2019, la ragazza confessò il delitto già ai carabinieri giunti sul posto e si giustificò successivamente dicendo di esser stata aggredita per prima (e di aver pertanto agito solo per difendersi ed evitare il peggio). Una ricostruzione che in un primo momento convinse solo in parte le forze dell'ordine, visto che una coltellata alle spalle riscontrata dall’esame autoptico effettuato sulla salma lasciava pensare che la giovane donna avesse addirittura inseguito l'operaio.

Le indagini coinvolsero all'epoca anche i Ris, che lavorarono sui dettagli per ricostruire la scena del crimine in 3D. E la confessione inizialmente non le risparmiò il carcere per l'accusa di omicidio volontario, sia pur per soli sei mesi: già nel luglio successivo lasciò la cella. Il giudice minorile di Firenze accolse la richiesta di revoca della misura cautelare e di messa alla prova in una comunità nelle Marche. Un periodo che l'extracomunitaria avrebbe messo a frutto studiando e svolgendo lavori socialmente utili.

Nel frattempo avrebbe seguito anche un percorso di recupero terapeutico e appena rilasciata, avrebbe raggiunto la famiglia trasferitasi di recente in Francia.

La giovane africana tornerà sicuramente in Italia il mese prossimo, quando il tribunale dei minori sarà chiamato a valutare positivamente o negativamente l'attività svolta in comunità dalla donna. E un parere positivo che ad oggi appare scontato dichiarerebbe estinto in via definitiva il suo debito con la giustizia.

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