"Un'esecuzione". Spunta il video di Sarzana: l'orrore del killer

Colpo di scena nel duplice omicidio di una prostituta albanese e una ragazza trans. Pare che gli ultimi istanti di vita dell'ultima vittima siano stati filmati da una telecamera di videosorveglianza

"Un'esecuzione". Spunta il video di Sarzana: l'orrore del killer

Una telecamera nascosta all'interno di un gazebo avrebbe registrato le immagini che incastrano Daniele Bedini uccidere Nevila Pjetri a colpi di pistola. Il massacro è avvenuto a mezzanotte e quaranta, tra sabato 4 e domenica 5 giugno tra Carrara e Sarzana.

I video che incastrano il killer

Poco prima di quell'ora le immagini riprendono due persone all'interno di un Fiorino bianco: un uomo e una donna vestita di chiaro. Secondo gli inquirenti si tratta proprio della prostituta albanese trovata poi cadavere nel greto di Parmignola. Il giorno dopo, sempre nella stessa zona, tra le campagne, era stato scoperto un altro corpo senza vita, quello della trans Camilla Bertolotti. Da subito gli agenti avevano collegato i due casi che sembravano essere collegati dalla stessa mano omicida.

In queste ore la scientifica sta esaminando l'area dopo aver trovato una microcamera funzionante di uno stabilimento balneare di Marinella di Sarzana. Secondo le prime indiscrezioni pare che le immagini catturate siano molto forti e riprendono gli ultimi istanti di vita di Nevila assieme al suo assassino. Qualcuno parla di "esecuzione" perché pare che la donna sia stata fatta inginocchiare e poi sia stata uccisa a colpi di pistola: due all'altezza della fronte e dell'orecchio sinistro e uno vicino al naso.

Per gli inquirenti non ci sono dubbi che lo stesso killer abbia ucciso anche Camilla 24 ore dopo.

Il veicolo e la scarcerazione

Il pick-up ripreso più volte dal circuito di telecamere è molto simile a quello di Daniele Bedini. Per questo motivo sono stati già effettuati delle analisi dettagliate sul mezzo, anche se era già stato sottoposto a lavaggio interno e esterno. Durante un primo esame il Luminol aveva svelato tracce di sangue nel cofano e nell’abitacolo, ma la difesa aveva commentato: "Sono quelle relative ad una ferita alla caviglia che il mio assistito si è autoprocurato, e che si è fatto medicare al pronto soccorso, il giorno prima del delitto".

Un'altra domanda alla quale si dovrà rispondere è per quale motivo Daniele Bedini fosse a casa nonostante dovesse trovarsi in carcere da febbraio.

A seguito di accertamenti interni attivati al tribunale di Massa si è scoperto che la Cassazione aveva convalidato, rendendola definitiva,una condanna a tre anni di reclusione per rapina aggravata. Per questo motivo la procura ha chiesto di poter visionare il fascicolo delle misure cautelari sia alla corte d'appello sia al tribunale di Massa.

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