"Microcriminali organizzati e violenti per noia". Il procuratore di Taranto, Carlo Maria Capristo, ha definito così gli 8 indagati, tra cui 6 minorenni, che questa mattina sono stati fermati, in merito alla morte di Antonio Stano, il pensionato 65enne di Manduria, vittima delle aggressioni violente da parte di una banda di bulli.
Sono decine i video sui quali hanno indagato gli inquirenti, per incastrare i ragazzi: "C'è voluto l'apporto della olizia scientifica per individuare gli autori delle bravate criminali. I fatti sono gravissimi, le contestazioni sono pesanti e riflettono le immagini dei video e sui quali abbiamo delle certezze. Ma altri video sono sono sotto esame. I reati contestati sono la tortura, il sequestro di persona, il danneggiamento aggravato e la violazione di domicilio". Le immagini mostrano i ragazzi che entrano in casa di Stano, lo picchiano con tubi, mentre lui urla disperato, chiamando aiuto. La banda, nel frattempo, ride.
Capistrato li definisce criminali, perché "parlare di baby gang non rappresenta compiutamente la vicenda. Sono in questo caso micro criminali organizzati", che hanno terrorizzato l'uomo. In particolare, il procuratore ricorda un episodio particolarmente violento, quando "sull'uscio di casa ha subito un'aggressione violenta di pugni, calci, sputi. Stano invocava "Polizia, Carabinieri", frasi udite nei video e che lasciano sgomenti. I ragazzi hanno continuato nella loro azione e questo è avvenuto su una strada pubblica".
E, a Manduria tutti conoscevano lo "stato di terrore e di sofferenza fisica che viveva Antonio Stano". I video che documentano le aggressioni, infatti, circolavano da tempo in tutta la cittadina, perché "questi ragazzi usavano il web per esaltare, condividere e diffondere le loro nefandezze".
I ragazzi implicati nella vicenda avevano un atteggiamento di onnipotenza verso Antonio e "mostravano soddisfazione nel vedere che Stano era terrorizzato solo a vederli". Il bersaglio era stato scelto ad hoc: una persona debole e sola, che non aveva la forza per denunciare i suoi aggressori, lasciandoli impuniti. "C'è stata assenza totale di controllo sociale.
E queste condotte vanno considerate, sono l'espressione di una profonda crisi educativa", è l'impressione del procuratore.Gli inquirenti hanno fermato i ragazzi, per evitare il pericolo di fuga, ma prima della convalida sono stati ospitati in un centro di accoglienza.
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