Uomo si lancia dalla finestra dell’ospedale e i parenti distruggono il Pronto Soccorso

Dopo circa 40 minuti in sala di attesa si è buttato dal quinto piano

Uomo si lancia dalla finestra dell’ospedale e i parenti distruggono il Pronto Soccorso

Un uomo di 33 anni si è ucciso lanciandosi dal quinto piano dell’Ospedale Sant’Antonio Abate di Gallarate, comune in provincia di Varese. Il giovane era giunto in codice bianco al Pronto Soccorso nel primo pomeriggio di ieri, 22 gennaio. Accusava diversi malori, ma nessuno dei quali ritenuto grave dal personale competente. Dopo circa quaranta minuti di attesa il paziente ha raggiunto il quinto piano del medesimo edificio e si è buttato dalla finestra. Secondo alcune indiscrezioni, il 33enne sarebbe stato in cura al Sert, il Servizio per le tossicodipendenze. Sul luogo della tragedia sono arrivati gli agenti della Polizia di Stato e i familiari della vittima. Proprio i parenti dell’uomo, tre in particolare, avrebbero urlato e preso a calci e pugni qualsiasi oggetto del Pronto Soccorso. La sala d’attesa è stata completamente ribaltata. I computer dell’accettazione sono stati sradicati dalla furia umana e due vetrate sono state sfondate.

Tra la paura degli altri pazienti in attesa di essere visitati, una infermiera è stata aggredita, colpita al viso con un pugno. Minacciati anche gli altri sanitari presenti nel Pronto Soccorso. Il dottor Carlo Costantini, responsabile del Pronto Soccorso, ha rivelato che “E’ stato un momento di panico puro. In quel momento eravamo pieni di pazienti da visitare, con molti parenti che li attendevano nella sala d’attesa: c’è stato il fuggi fuggi generale”. Le ambulanze che stavano giungendo sono state prontamente indirizzate agli altri ospedali del varesotto.

Molti medici in servizio in altri reparti sono scesi in accettazione per aiutare i colleghi aggrediti, mentre altri militari sono arrivati in ospedale. Nelle prossime ore gli inquirenti raccoglieranno tutti i dati necessari per poter capire l’esatta dinamica dei fatti e le responsabilità.

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