L'ex presidente dello Ior Angelo Caloia è stato condannato dal Tribunale del Vaticano nel corso della giornata odierna. Caloia è stato al vertice della cosiddetta "banca vaticana" sino al 2019, l'anno in cui Benedetto XVI ha individuato Ettore Gotti Tedeschi per la guida dell'Istituto per le Opere di Religione. Oggi papa Francesco sta continuando la battaglia del predecessore, sulla scia della cosiddetta "linea della trasparenza", ma la novità di oggi, per quanto riguardi vicende passate, rischia di far tornare l'attualità il noto macrotema dei "conti" della Santa Sede. Caloia era accusato di riciclaggio e appropriazione indebita aggravata.
Caloia, stando a quanto ripercorso pure dall'Adnkronos, è stato condannato ad 8 anni ed 11 mesi. La notizia del rinvio a giudizio era arrivata a marzo del 2018. Assieme a Caloia era stato rinviato a giudizio anche l'avvocato ultranovantenne Gabriele Liuzzo, che oggi è stato condannato a sua volta. Alla pronuncia della sentenza è seguita la reazione del legale, Domenico Pulitanò, che ha già annunciato di voler ricorrere in appello: "Si tratta di una sentenza molto dettagliata. Noi siamo delusi rispetto alle aspettative che erano fiduciose in un riconoscimento della estraneità di Caloia a qualsiasi operazione. Attendiamo di leggere la motivazione e ricorreremo in appello", ha infatti dichiarato l'avvocato, che ha espresso anche una considerazione generale sul "clima" di questo periodo in relazione alla giustizia: "Non viviamo un clima favorevole per chi si difende nelle aule di giustizia penale, questo è lo sfondo generale nel quale sta vivendo il Paese. Nessun luogo è estraneo a questo clima", ha aggiunto Pulitanò.
Alcuni commentatori, come Gianluigi Nuzzi, che ha parlato dell'esito della sentenza con la fonte sopracitata, sembrano essere piuttosto sorpresi dalla condanna:"Caloia è stato per venti anni uomo di equilibrio all'interno dello Ior; prese l'eredità di Marcinkus però ha lavorato in un mondo in cui all'epoca - come laico - contava poco rispetto al sistema interno. Quando arrivò c'era il riciclaggio con la tangente Enimont e lui nemmeno lo vide. Oppure lo vide ma non lo denunciò", ha commentato il giornalista, che ha citato pure la "linea dura" di papa Francesco. Ma chi è l'uomo che ha raccolto la cosiddetta "eredità" di Paul Marcinkus, l'arcivescovo che ha presieduto lo Ior prima di Caloia e che, almeno in termini di supposizioni e ricostruzioni giornalistiche, è stato associato a molti scandali legati al Vaticano?
Chi è Angelo Caloia
Caloia, in maniera diversa da Marcinkus, ha guidato lo Ior da laico. L'ex presidente dello Ior, quello condannato oggi dalla giustizia vaticana, è anche il padre di due figli, mentre Marcinkus è entrato in seminario, per essere consacrato, verso la maggiore età. Poi Marcinkus è divenuto pure vescovo ed arcivescovo. Caloia ha guidato lo Ior per venti anni, mentre Marcinkus non è riuscito a coprire un ventennio. E queste sono solo alcune delle differenze tra questi due ex personalità di vertice della "banca vaticana". Il successore di Marcinkus, ancora, è stato attivo anche in politica, avendo militato nella Democrazia Cristiana. Il partito con cui Caloia ha anche vinto alcuni appuntamenti elettorali che gli hanno concesso di restare sullo scranno più alto di Castano Primo, la cittadina in cui è nato, per un ventennio. Poi Caloia è stato anche il segretario regionale della Dc nella sua Lombardia. Prima dell'esperienza politica, Caloia si è laureato in Economia e Commercio alla Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Poi è arrivato il tempo della specializzazione negli States, e nello specifico in Pennsylvania. Una volta completati gli studi e gli approfondimenti, Caloia è divenuto un docente universitario.
Dopo la vicepresidenza del Banco Ambrosiano ed altre esperienze di vertice negli istituti bancari, Angelo Caloia viene messo a capo dell'Istituto per le Opere di Religione. Gli succederà Ettore Gotti Tedeschi, che venne poi "sfiduciato" nel 2012 dai sacri palazzi, nonostante stesse perseguendo la riforma ratzingeriana.
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