Vaticano, padre Ariel tuona: "Tenere i preti lontano dai soldi"

Aria di novità in Vaticano: dalla riforma della Costituzione apostolica alla nomina del cardinale Tagle. Ma padre Ariel spiega cosa non va

Vaticano, padre Ariel tuona: "Tenere i preti lontano dai soldi"

Ariel S. Levi di Gualdo è un sacerdote, un teologo e un saggista, oltre a dirigere la rivista telematica L’Isola di Patmos. Quello che sta emergendo attorno al Vaticano necessita di capacità di analisi. Il Papa, in questi giorni, sembra intenzionato a procedere con una serie di riforme. La nuova Costituzione apostolica è quasi pronta. Jorge Mario Bergoglio, nel frattempo, ha nominato il cardinale Tagle come prefetto della Congregazione de propaganda fide. L'ex arcivescovo di Buenos Aires sta anche ragionando sull'introduzione nel Catechismo dei "peccati ecologici". La dottrina, però, è solo uno dei terreni soggetti a disamine: sono le rinnovate logiche curiali a far discutere gli addetti ai lavori. Su alcune fonti tradizionaliste - ma anche su alcune realtà mediatiche meno oppositive a questo pontificato - è addirittura iniziato il "toto-Papa". Le novità in Vaticano possono essere molte. Abbiamo intervistato Padre Ariel, che ha anche scritto numerosi libri, tra cui "E Satana si fece trino" e "La setta neocatecumenale", per cercare di comprendere quale sia lo stato delle cose in Vaticano.

Padre Ariel, si può dire che fedeli e istituzioni ecclesiastiche - di questi tempi - percorrono strade diverse?

Sì. Non avviene però da oggi né sotto questo pontificato, ma dagli anni Settanta. La prova in tal senso fu il referendum sull’aborto promosso dai Radicali di Marco Pannella ed Emma Bonino, definita anni dopo dal verbo papale come figura di “grande italiana”. Elogio che forse l’ha indotta a impegnarsi di più per l’eutanasia, il gender e il matrimonio tra coppie dello stesso sesso.

Galantino ha detto di provare "simpatia" per le "sardine"...

Nunzio Galantino è un “ragazzo emotivo” che tende a piacere a tutti, in tempi nei quali pochi provano simpatia per certe parole dure e crude del Vangelo di Gesù Cristo.

Ruini invece parla di aprire un canale di dialogo con la Lega...

Se la Chiesa è così “accogliente” e “includente” verso tutti, specie verso ciò che non è cattolico, dovrebbe dialogare davvero con tutti, evitando prudentemente di entrare in questioni strettamente politiche che non tocchino dal vivo la coscienza dei cattolici.

Quello di Papa Francesco è il pontificato dei migranti?

Questo pontificato rispecchia lo stato di decadenza e confusione che oggi avvolge la Chiesa universale connotata da mondanità, debolezza e ambiguità. Il tutto non è però generato dal Pontefice regnante che è solo la conseguenza e il prodotto finale di lunghi anni di devastazione dottrinale e di crisi dell’autorità ecclesiastica.

E sul rapporto tra cristianesimo ed islam cosa dice?

Il Cardinale Giacomo Biffi e la laica Oriana Fallaci negli anni Ottanta hanno detto molto. Ritengo questo rapporto malato perché basato su un pericoloso equivoco: «Cristiani e Musulmani adorano lo stesso Dio». Non è vero, il nostro Dio trinitario non è quello dei Musulmani. Costruire rapporti su ciò che piacerebbe ma che non esiste è pericoloso, perché conduce al mondo dell’irreale.

Si parla pure della introduzione dei "peccati ecologici". Lei è un ecologista?

Certo! Sono pure animalista, la mia gatta Ipazia può confermarlo. Prima di rispettare ambiente e animali rispetto però la vita umana dal momento del suo concepimento, l’ordine del creato e il suo diritto naturale.

La spaventa la situazione dei conti in Vaticano?

Mi spaventano le persone sbagliate messe con ostinazione in posti sbagliati a fare danni enormi. Noi chierici non abbiamo lo spirito né la formazione per occuparci di finanze, a questo dovrebbero provvedere i nostri laici a fedele servizio della Chiesa. Tenere i preti lontani dai soldi vuol dire evitare gravi problemi e scandali garantiti.

Il Papa ha nominato Tagle come "papa rosso". Una mossa per il futuro?

O forse l’ennesima scelta infelice per favorire delle cordate che variano dalla Comunità di Sant’Egidio alla Scuola di Bologna e che mirano a piazzare loro uomini in posti strategici? La Congregazione de propaganda fide è un dicastero delicato, l’Arcivescovo di Manila non conosce la curia romana. Il Cardinale Fernando Filoni, che di recente ho criticato per avere autorizzata l’apertura di un seminario neocatecumenale a Makao indipendente dalla giurisdizione del vescovo locale, aveva invece tutte le competenze, ed è stato “licenziato” due anni prima i previsti limiti di età. Perché, ma soprattutto per chi, o meglio: chi non poteva proprio aspettare?

In Italia i cristiani sono discriminati? E se sì, perché?

Che siamo oggetto di campagne d’odio è evidente, basti vedere un Gay Pride dove, da una parte si rivendica il diritto al rispetto delle diversità, dall’altra si vilipende la fede cattolica. A questo discorso complesso rispondo con un esempio: pochi decenni fa, se un programma televisivo era ritenuto osé, dal Vaticano partiva la telefonata di un curiale irritato alla sezione della Democrazia Cristiana e interveniva la censura. Nessun curiale tuonava però contro la Democrazia Cristiana sostenuta nel Meridione d’Italia dalla Camorra, dalla ‘ndrangheta e da Cosa Nostra. Un conto erano le soubrette troppo scollate e potenziali guide verso l’Inferno, un conto i rapporti mafia e politica, che dall’Inferno parevano esenti.

Oggi paghiamo il prezzo di anni di interferenze nella vita politica del Paese, dopo avere dimostrato che per noi era immorale solo ciò che toccava anche vagamente la sessualità umana. E oggi ci stanno facendo pagare il conto. Quando riconquisteremo la nostra credibilità? Non lo so, ma occorrerà molto tempo e lavoro.

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