Non è un'incredibile novità rispetto a quello che già accade nelle chiese di tutto il mondo, ma una formalizzazione giudicata doverosa, cui il Papa ha dato seguito nella mattinata odierna, attraverso un Motu proprio: le donne avranno accesso - quello ufficiale - ai ministeri del lettorato e dell'accolitato.
In realtà, in molte realtà ecclesiastiche tutto questo era prassi da tempo, ma ora Jorge Mario Bergoglio ha voluto apporre la sua firma di vescovo di Roma. In sintesi, si tratta di garantire alle donne di poter servire all'altare durante la celebrazione o di leggere la parola di Dio durante la funzione religiosa. L'istituzionalizzazione, al netto delle usanze delle singole realtà parrocchiali, è però una novità di oggi. Sino a questo momento, molti sacerdoti avevano concesso queste facoltà alle religiose laiche, e certo non è raro ascoltare persone di sesso femminile leggere durante al Messa. Nel contempo, chi frequenta le parrocchie sa pure che i chierichetti possono non essere tutti di sesso maschile.
Spiritus Domini - questo è il titolo del Motu Proprio - serve insomma a regolarizzare queste situazioni. Il tutto passa attraverso la modifica di una norma del codice di diritto canonico: il primo paragrafo del canone 230. La decisione del pontefice argentino, semmai, rientra nel contesto dialettico che sta animando tanti episcopati sul ruolo che le donne devono poter svolgere all'interno dei consessi ecclesiastici. Durante il Sinodo panamazzonico, si è parlato di "diaconato femminile". Poi non se n'è fatto niente, ma la questione non è ancora chiusa. E Bergoglio potrebbe riconvocare la commissione che se ne occupa in tempi brevi. Nel corso di quel Sinodo, qualche gruppo organizzato femminista ha persino manifestato, domandando spazio.
In Germania, inoltre, le spinte progressiste sono note: chi si è riunito nel "Sinodo biennale" della Chiesa tedesca sembrerebbe guardare con favore ad una progressiva equiparazione tra i compiti maschili e quelli femminili negli ambienti ecclesiastici. Bergoglio ha già dato prova di "progressismo", nominando delle donne in ruoli apicali dell'Ecclesia ma, per quanto questo atteggiamento non sembri bastare alle frange femministe, c'è un dibattito in corso, e la mossa del primo Papa gesuita della storia può essere interpretata pure tenendo conto di quello che accade di questi tempi sul piano culturale.
Un piano della discussione è di sicuro relativo al futuro del cattolicesimo: i tedeschi del "Concilio interno" pensano che la messa in discussione del celibato sacerdotale, ad esempio, possa aprire delle porte in direzione del futuro e risolvere quello che Joseph Ratzinger, contrarissimo all'ipotesi d'abolizione, ha chiamato "collasso morale". In questo quadro rientra pure la questione femminile, che sta accompagnando il dibattito teologico ormai da qualche anno. Anche questa mossa del Santo Padre, insomma, che non comporta modifiche di rilievo, potrebbe essere letta alla stregua di un'apertura nei confronti di altre istanze, ben più complesse da approvare, come invece stanno tentando di fare in terra teutonica.
Bergoglio, dopo l'intervista concessa per il Tg5 a Fabio Marchese Ragona - quella in cui ha disegnato ancora una volta la sua visione
del mondo -, apre l'anno attraverso un messaggio chiaro. Questo pontefice, del resto, si è già dimostrato decisionista in materia di apertura verso i diritti delle donne all'interno della Chiesa cattolica.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.