Il Papa ha ancora dolori al ginocchio e dunque non ha presieduto la Messa di questa mattina nella ricorrenza della Divina Misericordia.
Jorge Mario Bergoglio, nel corso di queste settimane, è stato costretto a saltare più di qualche incontro istituzionale, tra cui anche quello di Firenze sul mar Mediterraneo. Ma, come riportato dall'agenzia Nova, possono essere annoverati anche "impegni" cui il Santo Padre ha dovuto dire di "no" durante queste ultime ore. Diverso, invece, il discorso per il mancato incontro con il patriarca ortodosso moscovita Kirill.
La misericordia è stato il tema centrale della pastorale del vescovo di Roma durante questi nove anni di pontificato. Tanto che i critici del pontefice argentino hanno persino coniato il termine "misericordina" per segnalare le presunte epurazioni operate dall'ex arcivescovo di Buenos Aires da quando è stato eletto sul soglio di Pietro ad oggi. Ma il Santo Padre, che non ha mai dato troppo peso alle critiche ricevute da tradizionalisti e non, ha oggi insistito sulla sua pastorale.
"La misericordia di Dio, nelle nostre crisi e nelle nostre fatiche, ci mette spesso in contatto con le sofferenze del prossimo", ha premesso papa Francesco, introducendo la sua omelia. Bergoglio non ha presieduto la celebrazione, infatti, ma si è comunque rivolto ai fedeli come da prassi. E ancora: "Pensavamo di essere noi all'apice della sofferenza, al culmine di una situazione difficile, e scopriamo chi, rimanendo in silenzio, che c'è qualcuno che sta passando periodi peggiori". Probabile che con questa frase Francesco si sia riferito anche alla situazione pandemica prima ed al conflitto scoppiato in Ucraina dopo.
Poi l'indicazione a tutti i cristiano-cattolici: "E, se ci prendiamo cura delle piaghe del prossimo e vi riversiamo misericordia, rinasce in noi una speranza nuova, che consola nella fatica". Ma un passaggio dell'omelia del Santo Padre è stata riservata al ruolo che dovrebbero svolgere i confessori all'interno della Chiesa cattolica: "Nella Chiesa il perdono ci deve raggiungere così, attraverso l'umile bontà di un confessore misericordioso, che sa di non essere il detentore di qualche potere, ma un canale di misericordia, che riversa sugli altri il perdono di cui lui per primo ha beneficiato: perchè da qui nasce quel perdonare tutto, perchè Dio perdona tutto", ha continuato il primo pontefice sudamericano della storia.
In sintesi: il compito di chi confessa non è quello di "torturare", bensì quello di "ascoltare" e "perdonare".Al posto dell'ex arcivescovo di Buenos Aires, impossibilitato per via dei dolori alle ginocchia, ha celebrato Messa monsignor Rino Fisichella.
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