Papa Francesco non vedrà il patriarca ortodosso e moscovita Kirill. O almeno l'incontro non avrà luogo nel corso dei prossimi mesi.
Il summit tra le due autorità religiose - quello che avrebbe avuto come tema di fondo il conflitto in Ucraina - era sul tavolo ma, per ammissione dello stesso pontefice argentino, la cosa "creerebbe confusione". Nel corso delle ultime settimane, si è molto discusso di quali visite potesse programmare il Santo Padre con lo scopo di provare a pacificare la situazione venutasi a creare per via della guerra scatenata alle porte d'Europa da Vladimir Putin.
E un secondo e storico incontro, dopo quello a Cuba, tra il vertice ortodosso russo ed il capo universale della Chiesa cattolica pareve plausibile, così come sembra ancora possibile, invece, che il vescovo di Roma vada a Kiev. Poi, oggi, sono emersi i contenuti che Jorge Mario Bergoglio ha voluto diffondere, rilasciando un'intervista a La Nacion: "Mi rammarico - ha fatto presente il successore di Benedetto XVI - che il Vaticano abbia dovuto sospendere un secondo incontro con il patriarca Kirill, che avevamo programmato per giugno a Gerusalemme". E ancora: "Ma la nostra diplomazia - ha continuato il Papa - ha capito che un incontro di noi due in questo momento potrebbe creare molta confusione".
Kirill ha del resto preso le parti dello "Zar" sulla guerra in Ucraina, con una serie di sermoni sull'identità del Donbass e sui rischi comportati dall'importazione del modello occidentale da quelle parti di mondo e non solo. E il rischio, sotto il profilo delle relazioni internazionali, è quantomeno quello di prestare il fianco a chi vuole etichettare Bergoglio come "equidistante" tra la nazione presieduta da Volodymyr Zelensky e quella invece presieduta da Vladimir Putin. Con ogni probabilità, il Vaticano continuerà eccome a tenere aperto un canale diplomatico con la Chiesa ortodossa di Mosca. Una vera e propria reunion formale è tuttavia rimandata a data da destinarsi.
Come abbiamo avuto modo di sottolineare in più circostanze, a spingere per il summit con il Papa era stato soprattutto Kirill. L'isolamento della Russia, che è conseguenza della guerra innescata, può comportare la necessità di lavorare affinché il lavoro diplomatico svolto nel corso di questi ultimi anni non allontani la Chiesa cristiano-cattolica da quella ortodossa-moscovita. Ma forse Kirill avrebbe tratto anche qualche vantaggio mediatico, per così dire, se fossi riuscito ad organizzare, in questa fase, un summit con Bergoglio.
Non ci sono aggiornamenti, infine, su una possibile visita apostolica di papa Francesco in Ucraina. Era stato lo stesso Bergoglio, in prossimità delle molte richieste pervenute, a non escludere affatto questa eventualità.
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