La vedova del barista ucciso da Igor "il russo" fa causa allo Stato

Lo Stato non aveva applicato il decreto di espulsione per il killer serbo. Il legale della vedova: "C'è stata negligenza dell'Italia"

La vedova del barista ucciso da Igor "il russo" fa causa allo Stato

Igor "il russo", il killer serbo dai mille volti, che seminò una scia di sangue, avrebbe dovuto essere espulso dall'Italia. Per questo, la vedova della sua prima vittima, il barista di Budrio, Davide Fabbri, ha deciso di fare causa allo Stato.

Gli omicidi

Quando compì il primo omicidio, nel 2017, Norbert Feher era già noto alle forze dell'ordine. Dal 2007 al 2015, infatti, aveva compiuto diversi reati, tra furti, rapine e un tentato omicidio. Una volta uscito dal carcere aveva passato 15 giorni in un Centro di identificazione ed espulsione, Cie: sulla sua testa pendeva un decreto di "allontanamento dal territorio nazionale". Ma il killer si presentò con un nome falso, sostenendo di essere cittadino russo, ipotesi non confermata dal Paese. Così, invece di essere espulso, rimase in Italia, fino a quel primo aprile del 2017 quando, armato di fucile e pistola, entrò nel bar Gallo di Budrio. Il barista, Davide Fabbrio, riuscì a disarmarlo del fucile, ma Igor prese la postola e lo freddò, con due colpi al petto. Poi fuggì.

Durante la sua fuga, il killer serbo lasciò dietro di sé un'altra vittima: la guardia ecologica Valerio Verri, che incontrò Feher durante un pattugliamento anti-bracconieri. Da quel momento, scomparve nel nulla. Fino all'omicidio successivo, in Spagna, dove nel dicembre del 2017, uccise un agricoltore e due agenti della Guardia civil, che avevano raggiunto il podere in cui si era rifugiato Igor "il russo". Il killer venne arrestato il giorno dopo, il 15 dicembre del 2017, e a marzo dello scorso anno è stato condannato all'ergastolo in primo grado.

La richiesta di risarcimento

Ma il killer avrebbe dovuto essere espulso dall'Italia, prima degli omicidi. Per questo, la vedova di Davide Fabbri avrebbe deciso di fare causa allo Stato italiano. "C'è stata negligenza dell'Italia - ha detto l'avvocato che assiste la vedova e il suocero - Feher è rimasto in Italia per l'inerzia dello Stato, per negligenza e approssimazione. Non basta dire che non si era riusciti a capire da dove fosse arrivato, avrebbero dovuto cercare ancora. Altrimenti vuol dire che qualsiasi criminale straniero può mentire sulla sua identità per non essere rimpatriato".

Ottenere un risarcimento non sarà semplice ma, assicura il legale, "presenteremo argomenti giuridici solidi, la citazione si baserà sul danno ingiusto, subito per colpa e negligenza dello Stato". "Per me non è cambiato nulla- avrebbe detto la moglie di Davide Fabbri-È come se fosse successo ieri, la mancanza di mio marito è insopportabile".

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