Indagato noto "influencer": cosa faceva con gli orologi

Il gip del tribunale di Modena, su richiesta della procura locale, ha disposto la confisca di 226mila euro nei confronti di Federico Rossi: secondo l'accusa, l'influencer trentunenne noto su Instagram come "Fede Rossi King" avrebbe messo a punto con altre dieci persone un sistema di compravendita online di orologi contraffatti

L'influencer Federico Rossi
L'influencer Federico Rossi

Avrebbe messo a punto un sistema di compravendita online di orologi contraffatti, che venivano venduti in tutta Italia a prezzi che oscillavano fra i 180 e i 2mila euro. Ma si sarebbe trattato di una duplice truffa, in quanto l'uomo non disponeva nemmeno dei beni che reclamizzava sui propri account social, seguiti da centinaia di migliaia di utenti. Questa l'accusa mossa dalla procura di Modena nei confronti di Federico Rossi, influencer con un seguito di oltre 200mila followers su Instagram noto come "Fede Rossi King", al quale la guardia di finanza di Forlì ha provveduto a confiscare (eseguendo un decreto di sequestro preventivo chiesto dalla procura modenese) 226mila euro.

Stando a quanto riportato dai media locali, insieme al trentunenne originario di Forlì (residente in provincia di Modena) nel mirino della giustizia sono finite altre dieci persone coinvolte a vario titolo, a cui vengono contestati i reati di commercio di prodotti con segni falsi e ricettazione. L'operazione condotta dalle Fiamme Gialle, portata a termine proprio nelle scorse ore, è partita nelle scorse settimane chiudendo una lunga fase di monitoraggio. I finanzieri avevano in particolare osservato sotto la lente d'ingrandimento le pagine dei social network dell'influencer, sulle quali negli ultimi tempi pubblicizzava sempre più spesso orologi di marche prestigiose. Su questa base di partenza, gli inquirenti hanno successivamente individuato un giro d'affari che coinvolgeva 600 acquirenti in tutt'Italia, per più di 750 operazioni di compravendita andate a buon fine. La Finanza ha parallelamente provveduto ad avviare il procedimento amministrativo previsto per l'applicazione delle sanzioni pecuniarie a carico dei soggetti che hanno acquistato la merce in oggetto, qualora ritenuti consapevoli di acquistare un oggetto "tarocco".

Come si articolavano le vendite? Dall'attività investigativa è emerso che gli indagati avrebbero utilizzato il modello di vendita denominato "dropshipping", un metodo applicabile all'e-commerce che consiste in buona sostanza nel vendere un prodotto online senza averlo materialmente in un magazzino di stoccaggio. Secondo questa tecnica, il venditore non possiede materialmente gli articoli che offre, ma li propone a chi è interessato ad acquistarli facendo da tramite tra il pubblico e il fornitore. Questo, sempre per l'accusa, al fine di celare la propria identità e rendere più difficoltosa l'individuazione dei canali di approvvigionamento della merce nel caso di specie contraffatta.

Alla luce di quanto emerso, il gip del Tribunale di Modena ha anche disposto il sequestro delle pagine social sospettate di essere utilizzate per le operazioni di promozione. E a breve potrebbero emergere ulteriori novità.

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