Ieri mattina, un agente della polizia penitenziaria in servizio presso il carcere di Santa Maria Maggiore a Venezia è stato ferito da un detenuto durante un cambio di cella. A dare la notizia è stato Giovanni Vona, segretario per il Triveneto del Sappe, il Sindacato autonomo polizia penitenziaria.
A quanto risulta, il detenuto di origini maghrebine si è scagliato improvvisamente, e senza motivo, contro un poliziotto colpendolo con forza con uno sgabello. Lo straniero, probabilmente, è andato in escandescenza perchè pensava di essere stato scarcerato.
L’agente aggredito è stato subito soccorso e condotto presso il pronto soccorso veneziano per curare una profonda ferita lacero contusa alla mano medicata, poi, con 3 punti di sutura.
Ma questo non è il primo episodio di assurda violenza scatenato dal detenuto magrebino. Infatti, martedì sera sempre lo stesso detenuto aveva sputato in faccia ad un altro agente senza alcun motivo. A quanto risulta, il soggetto è separato da tutti gli altri carcerati per le sue condotte violente e aggressive.
Lo stesso segretario Vona, inoltre, coglie l’occasione e torna a lanciare l’allarme sulla delicata situazione della violenza nelle carceri in Italia. “Quanto accaduto a Venezia evidenzia come le tensioni e le criticità nel sistema dell’esecuzione della pena in Italia sono costanti”.
Fa sentire la sua voce anche Donato Capece, segretario generale Sappe, che sostiene come “ogni giorno nelle carceri italiani succede qualcosa, ed è quasi diventato ordinario denunciare quel che accade tra le
sbarre. Ogni giorno giungono notizie di aggressioni. Non è un caso se, da quando sono stati introdotti nelle carceri vigilanza dinamica e regime penitenziario aperto, gli eventi critici nelle carceri sono decuplicati”.
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