"Mandiamo in cella i turisti cafoni": la proposta del sindaco

Mesi di lockdown non sono serviti ai turisti cafoni per prendere un galateo e leggerlo. E così sono ricominciati i tuffi. Il sindaco Luigi Brugnaro ora ha perso le staffe e ha rispolverato una vecchia proposta di legge

"Mandiamo in cella i turisti cafoni": la proposta del sindaco

Mesi di lockdown non sono serviti ai cafoni per prendere in mano un manuale di galateo e provare a leggerlo. Ammesso lo capiscano. A Venezia, che ha ancora le ginocchia sbucciate tra Carnevali mancati, maree anche in agosto, hotel chiusi e artigiani sul lastrico, sono tornati i cafoni. Questi non mancano mai. I cafoni sono quelli che non hanno rispetto delle cose degli altri, che deturpano il patrimonio e che pensano che il mondo attorno sia come il cesso di casa propria.

Quindi prima di lasciare che la situazione degeneri per la teoria del vetro rotto, quella elaborata da Rudolph Giuliani, ex sindaco di New York, tale per cui se si rompe un vetro in una città e il vetro non viene riparato, la probabilità che si rompano anche altri vetri è molto alta, il sindaco Luigi Brugnaro corre ai ripari.

Turisti cafoni a Venezia? Nessun problema. Mandiamoli in cella”. Prima del covid, flotte oceaniche di turisti popolavano le calli e i ponti. Venivano a Venezia in giornata e poi ripartivano. Negli ultimi anni il turismo “mordi e fuggi” è quello che è andato per la maggiore. Non sempre però questi turisti si comportano educatamente. A volte sono maleducati, cafoni, selvaggi, lasciano sporco ovunque, bivaccano in Piazza San Marco e appiccicano le mani sporche di gelato alle vetrine dei negozi.

Quante scene di questo tipo abbiamo visto gli anni scorsi? A Venezia sono passati tutti. Sono passati i tuffatori dal Ponte degli Scalzi, dal Ponte di Rialto. Sono passati quelli che facevano sesso di notte sul molo in bella vista. Sono passati quelli che gettano i rifiuti per terra, che fanno pic nic nella bellissima piazza che ospita i mosaici della bellissima Basilica, e sono passati perfino quelli che urinano in mezzo alle gondole.

Con il Covid queste scene erano scomparse. Ma l’ultimo tuffatore che ha fatto definitivamente perdere le staffe al sindaco lagunare, Luigi Brugnaro, è un uomo di 33 anni, britannico che la notte prima di Ferragosto ha pensato bene di tuffarsi ed esibirsi dal Ponte dell’Accademia per poi finire le sue esibizioni in Canal Grande. Per lui è scattata la denuncia per pericolo alla navigazione e il Daspo urbano, con 450 euro di multa ed espulsione temporanea dalla città per 48 ore.

Ma poco importa se ci sono il Daspo e la multa, i cafoni sono temerari, li riconosci in giro; sono quelli che hanno scambiato Venezia per un parco acquatico e se li becchi a tuffarsi dal Ponte degli Scalzi, come è accaduto poco tempo fa, il giorno dopo, nonostante il Daspo, li ritrovi in Piazza a rubare il portafoglio alla gente per bene. È accaduto con un palestinese il 12 agosto. Si era tuffato dal Ponte degli Scalzi davanti alla stazione dei treni, per poco non finiva sopra un vaporetto, ma nonostante questo dopo qualche giorno l’hanno sorpreso a rubare un taccuino. Anche la sera del 12 agosto di cinque anni fa, un marinaio neozelandese di 48 anni si era tuffato dal Ponte di Rialto atterrando su un motoscafo. Il tassista è ancora sotto choc. Il marinaio poi è morto.

O come il buontempone sloveno di due anni fa che ubriaco si tuffò dal punto più alto del Ponte e poi lo ripescarono in ammollo tra le barche. Per non parlare del turista giapponese che, con pinne occhiali e tavola da surf, si tuffò in Canal Grande e poi andò a spasso tra i vaporetti. Insomma se non fosse per il pericolo, sarebbe un film comico.

Il sindaco non ci sta più e vuole per la sua città un sistema simile a quello statunitense. “In cella da uno a dieci giorni, se vuoi uscire paghi”. “Chiedo poteri penali al giudice di Pace – ha detto il sindaco Brugnaro – noi di più non possiamo fare”. Il primo cittadino ha rispolverato una vecchia proposta di legge già presentata in Parlamento nel 2017 quando il fenomeno dei tuffi e i canali usati come piscina erano il mood del momento.

La proposta permetterebbe di aumentare i poteri all’autorità comunale, trattenendo le persone nelle camere di sicurezza della polizia locale fino a un massimo di 10 giorni, con “la celebrazione dei processi per direttissima di fronte al giudice monocratico e la permanenza degli imputati presso la polizia giudiziaria fino all'emissione
della sentenza di primo grado”, questo per alcuni reati

come spaccio di modesta entità, furto aggravato ai danni di turisti e cittadini, anche a bordo dei mezzi pubblici. “Sarebbe tutto a spese dei comuni – ha spiegato il sindaco – al Tronchetto abbiamo già sette celle pronte”.

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